da Alfonso Malangone
(resp. orov. Ali per la Città)
La ricostruzione della struttura finanziaria del Bilancio 2021, effettuata nel commento di Giovedi scorso, pone seri interrogativi sulle effettive condizioni dell’Ente. A parte le dimensioni del Disavanzo da ripianare, che è il primo ‘marcatore’ delle difficoltà, il divario tra risorse disponibili e debiti da pagare appare davvero preoccupante. Il documento, in verità, presenta anche altre criticità e, tra esse, la modifica in diminuzione, per € 78.125.425,32, del saldo dei debiti del 2020. Quindi, quel Bilancio era ‘sbagliato’?
In ogni caso, abbiamo visto che, a fronte dell’esposizione finanziaria e commerciale di € 539.866.310,06, nella quale le ‘anticipazioni di liquidità’ crescono fino a € 221.713.493,42 e i debiti di fornitura ammontano a € 95.254.182,32, l’Ente dichiara ‘astronomici’ crediti per € 457.350.467,35 (addirittura quasi pari a tutto il movimento finanziario dell’anno di € 520,5m.) al lordo del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità di € 197.107.813,23. In tale contesto, sarebbe interessante approfondire la funzione del Fondo, perché esso non è un cassetto pieno di soldi, ma uno steccato contabile che delimita una quota delle entrate da sottrarre all’utilizzo. In una condizione di Avanzo, il Fondo esprime una riserva finanziaria. Ma, in caso di Disavanzo, ancor più se elevato, il Fondo è un valore ‘vuoto’ che misura le risorse assorbite in eccesso sui crediti, pure da realizzare. E, quindi, cosa copre? Se ne può riparlare.
Ciò che interessa capire, adesso, è se quei Residui siano valori veri, certi e reali, trasformabili in concrete entrate, giacché è noto che gli incassi sono strettamente correlati allo svolgimento di una incisiva attività di riscossione e alla qualità del debitore. E, magari, anche all’anno di scritturazione perché lo scorrere del tempo comporta il rischio della prescrizione in assenza di rituali azioni legali. Non a caso, già nel 2021, sono state cancellate posizioni per ben € 72.009.809,25 perché ritenute non realizzabili (fonte: Relazione, pag. 47), senza dire che altri € 44.079.074,60 erano stati cancellati in precedenza per l’azzeramento delle cartelle fino a 1.000 euro. Quindi, sono mancati più di 115m. di euro, con grande felicità dei debitori inadempienti. Sulla efficacia del recupero, i dati dimostrano che è stato incassato solo il 15% del totale (fonte: Conto Bilancio, pag. 7). Forse, manca un poco di efficienza.
Per la ricostruzione dei Residui è necessario esaminare le centinaia di poste contabili contenute in un elenco di ben 77 pagine. Così, facendo salvo ogni errore, l’importo lordo di € 457,3m. può essere ripartito in due gruppi: i crediti per attività e contributi correnti, di € 358.438.430,50, e quelli per investimenti, di € 98.912.036,85. Nel primo sono presenti: € 110.545.492,99 per spazzatura; € 55.265.410,14 per multe stradali e sanzioni; € 33.830.326,38 per IMU; € 10.290.326,60 per Tares; € 1.192.910,05 per Tosap; € 3.181.718,84 per pubblicità; € 4.000.000,00 per utili delle partecipate; € 16.578.401,88 per alienazioni di beni; € 28.843.662,45 per proventi del parco di Eboli; € 10.805.559,00 per fitti/canoni; € 61.528.988,55 per contributi su attività correnti; € 22.375.633,62 per altre voci. Stupisce, anzitutto, la presenza di somme ingenti, non incassate, rivenienti da vendite del Patrimonio decise con ‘somma urgenza’. Né può nascondersi che gli importi almeno per Spazzatura e Multe sono davvero ‘incredibili’ e, in quanto risalenti fino al 1999, cioè a 23 anni fa, possono essere considerati addirittura come una esortazione all’inadempimento. Forse, è per questo che la spazzatura viene lasciata in giro dappertutto e che le auto sono parcheggiate in doppia e tripla fila, anche sui marciapiedi. Tanto, chi paga? Nei fatti, pagano tutti, tranne gli interessati.
Tra le causali più significative dei contributi si possono elencare: € 1.503.580,64 dalla Regione per attività culturali (2016/2017); € 365.000,00 dalla Camera di Commercio (2015 e 2017); € 60.000,00 da Banca Intesa per canone di tesoreria (2017/2018); € 714.914,48 dalla Regione per premio Charlot (2017-2020); € 3.084.694,94 dal Conai per la differenziata (2016-2019); € 28,0milioni circa per l’assistenza a bimbi e anziani. C’è poi il caso delle somme anticipate a un dipendente nel 1999 per € 39.710,25. Un’ultima osservazione: i crediti per tributi entro il 2016, suscettibili di prescrizione, sommano per complessivi € 88.014.635,74. Sarebbe il caso di sveltire il recupero. A meno che non siano solo ‘numeri’ destinati a fronteggiare contabilmente l’altezza dei debiti. In tal caso, prepariamoci a nuove imposizioni.
Il gruppo dei Residui per investimenti dovrebbe offrire maggiori certezze di incasso se non fossero presenti operazioni dal 1989, cioè da 33 anni. A quella data risale il primo mutuo ‘Impianti sportivi’ di € 2.100.830,60, al 1992 il residuo di una seconda operazione per € 46.255,17, al periodo 1993/97 due contributi per € 4.278.051,72 destinati al Palazzo di Giustizia e alla Metropolitana. E, risalgono agli anni tra il 1992 e il 2009 altre operazioni per 13.774.862,38. Se le opere finanziate non sono state eseguite: è possibile ancora realizzarle? Se sono residui: perché non sono stati riscossi? O anche essi sono ’tenuti in ‘vita’ solo per gli equilibri contabili?
Il Bilancio non è un argomento facile, ma è il documento che registra i sacrifici economici dei cittadini che pagano le tasse e dà conto delle modalità con le quali sono stati gestiti. Dovrebbe essere oggetto di una pubblica presentazione, piuttosto che costituire l’oggetto di frettolose discussioni e di altrettanto frettolose delibere. E’ evidente che nessuno si preoccupa di possibili conseguenze, anche patrimoniali. Tanto, chi paga?
In particolare, sarebbe interessante capire bene perché i Preventivi sono predisposti con valori anche ultre-milionari e i Consuntivi chiudono con somme neppure pari alla metà. Forse, questo può spiegare qualcosa? Sarebbe buono e giusto saperlo da chi è stato delegato a tutelare gli interessi della Comunità.
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Alfonso Malangone – Ali per la Città – 21/05/2022 (segue)