da Pietro Cusati
Napoli,20 maggio 2022.Si è svolto il 19 maggio 2021, in videoconferenza a Napoli, il convegno nazionale di studi dal titolo. ‘’ Un secolo di antifascismo: verso il centenario della morte di Giacomo Matteotti’’, organizzato dall’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa e dalla Fondazione Giacomo Matteotti, con la partecipazione della Fondazione di Studi storici Filippo Turati di Firenze e il patrocinio della Camera dei Deputati. L’evento introdotto e presieduto da Piero Craveri, Presidente della Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, è proseguito con i saluti di Lucio d’Alessandro, Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente Onorario della Fondazione Giacomo
Matteotti e Maurizio Degl’Innocenti, Presidente della Fondazione di Studi storici Filippo Turati. Numerosi gli interventi degli autorevoli relatori :Alberto Aghemo, Ricordare Matteotti oggi,Stefano Caretti, Matteotti tra antifascismo e mito,
Maurizio Griffo, Matteotti parlamentare socialista,
Fernando Venturini, Matteotti e la biblioteca della Camera,
Carlo Carini, Il pensiero giuridico di Matteotti,
Corrado Ocone, Il rapporto con Croce,
Eugenio Capozzi, Matteotti e il liberalismo,
Francesca Russo, Matteotti e la riforma del sistema scolastico per l’istruzione popolare,
Rossella Pace, Antifascismo di lunga durata. L’eredità di Matteotti e la Resistenza. Giacomo Matteotti,antifascista, era nato a Fratta Polesine (Rovigo) nel 1885, più volte deputato, fu segretario del Partito socialista unitario , fu ucciso in seguito alla denuncia che aveva fatto per i brogli elettorali durante le elezioni del 1924. Il suo assassinio costituì il prodromo della soppressione del regime parlamentare. Di formazione giuridica, si dedicò dal 1910 quasi esclusivamente all’attività politica nella corrente riformista del Partito socialista. Nel Polesine operò per la costituzione di camere del lavoro e cooperative e per l’incremento dell’attività socialista negli enti locali. Fu tra gli organizzatori delle lotte bracciantili per il collocamento e l’imponibile della manodopera. Venne eletto alla Camera nel 1919, 1921 e 1924; come parlamentare sostenne la riforma agraria e la polemica antiprotezionistica. Il 30 maggio 1924, alla riapertura della Camera, tenne il famoso discorso che denunciava le violenze e i brogli commessi dai fascisti nella campagna elettorale; aggredito e rapito il 10 giugno successivo da sicarî fascisti, il suo cadavere fu ritrovato due mesi più tardi. La sua morte, la cui responsabilità, quanto meno politica, era attribuibile al PNF , provocò la grave crisi politico-parlamentare culminata nella secessione dell’Aventino e conclusasi con il discorso di Mussolini del 3 genn. 1925. I sicarî furono processati nel 1926, condannati a pene nominali e presto rilasciati; nuovamente processati nel 1947, furono condannati a pene più severe.