BATTIPAGLIA: sul PUC il coraggio della Francese e i timori di Lambiase

 

Aldo Bianchini

La giunta della sindaca di Battipaglia

BATTIPAGLIA – La vicenda del PUC di Battipaglia, soprattutto in relazione alle inaspettate dimissioni dall’incarico di “assessore all’ambiente” rassegnate dall’architetto Giampaolo Lambiase, sta facendo rumore e sta sollevando un polverone; tutto inutile perché mancano ancora sette mesi alla scadenza di fine anno per l’approvazione definitiva del Piano Urbanistico Comunale di una città ma già bisognosa di un riassetto urbanistico in grado di rilanciarla a livello regionale e nazionale.

Prima di affrontare quanto accaduto è utile ricordare alcune cose:

  • il PUC (come lo era il PRG) è uno degli strumenti più importanti ma anche più difficili da portare a termine serenamente senza burrascose battaglie politiche tra maggioranza e opposizione, perché è proprio su questo strumento che si costruiscono le future strategie per vincere o perdere le elezioni;
  • la sindaca di Battipaglia, dott.ssa Cecilia Francese, ha dimostrato serenità e coraggio nell’aver prima costruito il PUC e nell’aver poi “accolto” l’architetto Lambiase come supervisor finale sull’onda della sua “notoria” capacità di esperto ambientalista come uomo e come architetto;
  • l’ambientalista per eccellenza (almeno questa è l’immagine pubblica che Lambiase si è ritagliato in questi anni) dopo aver perso le elezioni a Salerno ha assunto l’incarico di assessore (su richiesta di parte, su specifica offerta o dopo preciso accordo politico ?) in una città difficile per un compito ancora più difficile (agli inizi del novembre 2021, circa un mese dopo le elezioni) per poi dimettersi sei mesi dopo per “motivi familiari”.

 

Intervengo nella questione dopo aver riflettuto a lungo; conosco da diversi anni Lambiase come personaggio pubblico ed ho maturato la convinzione di avere di fronte un personaggio sicuramente trasparente ma decisamente troppo legato a concezioni squisitamente filosofiche e soltanto di principio sull’ambiente; ho incontrato soltanto un paio di volte la Francese (in una trasmissione televisiva e di persona) ricavandone la sensazione di avere  che fare con una persona libera e indipendente da qualsiasi schema partitico e, soprattutto, intellettualmente onesta e  corretta. Ovviamente con nessuno dei due ho mai intrattenuto rapporti amicali per un’assidua frequentazione.

Arch. Giampaolo Lambiase, ex assessore di Battipaglia

Da qui la convinzione che l’anello più debole della catena “Francese – Lambiase – Assessorato/Ambiente” possa essere stato proprio l’architetto salernitano sul quale la sindaca di Battipaglia aveva riposto tutte le speranze di rigenerare e rilanciare un territorio abbastanza difficile, e non soltanto per le ragioni prima spiegate in relazione al PUC.

La delusione della Francese sarà, quindi, stata grande almeno quanto era stata entusiasmante la scelta del novembre 2021 fatta anche tra lo stupore generale.

Un personaggio navigato, qual è l’arch. Lambiase, non può oggi venire a dire che “per motivi familiari” rinuncia ad un incarico di assoluta valenza anche sul piano dell’immagine complessiva da dare alla lotta contro l’abusivismo edilizio e la tutela dell’ambiente. Oltretutto Lambiase non è un novellino e prima di accettare conosceva benissimo i rischi cui andava incontro. Del resto nella sua lunga militanza politica ha maturato ogni genere di esperienza con il Comune di Salerno prima e dopo la sostanziosa parentesi presso l’Ente Provincia. E sa benissimo che le battaglie, quelle vere, si combattono da dentro con i fatti, e non da fuori con le chiacchiere.

Più pragmatica e, quindi, meno filosofica la Francese che dopo aver dimostrato molto coraggio nello scegliere un personaggio che per certi versi si presentava come impenetrabile e inattaccabile (e quindi addirittura come autotutela della stessa sindaca) ne ha dimostrato altrettanto nell’incassarne le dimissioni senza sollevare polveroni; e lo ha fatto con la giusta dignità e compostezza che difficilmente si riscontrano in un politico. Qualità che vincono di gran lunga sui timori e sulle indecisioni di un personaggio che è stato, forse, troppo facilmente indicato come paladino della legalità ambientale e che è franato di fronte alle prime vere difficoltà, ben al di là delle dichiarate “motivazioni familiari” che comunque vanno rispettate.

 

 

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