Aldo Bianchini
SALERNO – “Roba da cani”, verrebbe da dire per come viene amministrata, sarebbe meglio dire disamministrata, la politica e conseguentemente la “cosa pubblica” nel Vallo di Diano.
E non a caso, e non per caso, l’ultima lite tra amministratori del Vallo è divampata proprio a causa dei cani randagi, o meglio del canile pubblico (pomposamente denominato a delibera “rifugio comprensoriale”) atteso da una ventina di anni, costruito nel 2019 e non ancora collaudato.
E le amministrazioni comunali che fanno ? Assolutamente niente perché i sindaci dicono che è colpa della Comunità Montana, la CM dice che è colpa della ASL, quest’ultima dice che è colpa del Parco e, infine, che tutta la colpa è della Prefettura che non organizza un’azione comune. Uno scaricabarile vergognoso che denota l’incapacità di molti amministratori di assumere decisioni precise, rapide e definitive; nonostante si sia già verificato un incidente mortale a Montesano.
Non a caso in questi giorni è arrivata l’interrogazione dei Consiglieri del Gruppo SaleSi (Domenico Cartolano, Antonio Santarsiere, Angela Freda e Teresa Paladino) che rappresenta al meglio l’insipienza della politica locale e, nella fattispecie, della Comunità Montana Vallo che casualmente è presieduta direttamente dal sindaco di Sala Consilina. Questi dall’alto delle due cariche prestigiose per un territorio come quello del Vallo non riesce a spiegare, come sarebbe suo dovere fare, il perché non viene aperto il canile municipale che risulterebbe completato fin dal 4 aprile 2019, ma si rifugia nella frettolosa e inutile polemica contro i quattro consiglieri comunali SaleSi semplicemente perché si sono permessi legittimamente di chiedere con interrogazione scritta:
- di conoscere, con la massima urgenza, i tempi di apertura della struttura che ormai si trova in uno stato di completo abbandono;
- di sapere se è stata stipulata la convenzione con l’ASL;
- di sapere perché, a distanza di ben 3 anni dall’annuncio della imminente apertura, questa non si sia ancora attuata e quali sono le motivazioni di tali ritardi.
Una situazione sinceramente assurda ed incomprensibile; ai limiti del grottesco la risposta del sindaco-presidente Cavallone alla giusta interpellanza dei quattro “SaleSi” accusati addirittura di aver causato un danno lavorativo per aver diretto la loro richiesta “anche” al Comune di Sala Consilina; gli hanno risposto per le rime i componenti dell’opposizione. Che piaccia o meno, questo dà l’esatta dimensione dell’insipienza della politica valdianese che si trastulla a studiare risposte ironiche pensando di baipassare il vero problema accusando la controparte di ignoranza amministrativa.
Il sindaco Cavallone se ne faccia un ragione: nel Vallo non c’è più nessuno che porta l’anello al naso.
A questo punto c’è solo da sperare che il sindaco-presidente dia una logica e comprensibile spiegazione sul perché di tanto biasimevole ritardo; ed anche per chiarire che fine ha fatto quell’anonimo collaudatore (di cui a delibera della C.M. del 21 marzo 2017 prima ancora del canile) e se lo stesso abbia già percepito degli emolumenti ed a che titolo.
Il tutto per non far pensare, ancora una volta, che il “bancomat” della C.M. funziona solo quando vuole qualcuno e in favore di qualcun altro, anche sotto la copertura di fantasiose convenzioni e/o contratti che dir si voglia.