Aldo Bianchini
SALERNO – Non c’è quasi niente che accade a Cava de’ Tirreni nell’ambito politico e pubblico che non trovi radicamento in quel famoso e famigerato “verminaio” nato nel corso del mandato sindacale di Alfredo Messina e che dura da oltre vent’anni riuscendo a condizionare nel bene o nel male la politica di quella che fu la “piccola Svizzera”.
Nel precedente articolo ho scritto della “disfatta dei trombonieri” (relativamente alle accuse del presidente del consiglio comunale verso quegli “strani figuri” che minano e condizionano la vita pubblica) ipotizzando che in un certo senso quel termine serve ad indicare tutto ciò che accade a Cava in quanto la città stessa si sente unita sotto l’unica bandiera del “tromboniere” che raccoglie e racchiude tutta la gestione della cosa pubblica, partendo dalla disfida per arrivare al governo politico della città.
Manco a dirlo, dopo qualche giorno da quell’articolo arriva la notizia (fonte Il Mattino a firma di Valentino Di Domenico) la notizia che “l’associazione Sbandieratori città de la Cava, ha ufficializzato la sua decisione di lasciare l’Atsc, l’Associazione Trombonieri Sbandieratori e Cavalieri” sulla base di una motivazione apparentemente surreale m nella sostanza molto precisa “Abbiamo una visione totalmente diversa su quali debbano essere gli obiettivi da perseguire per la promozione della storia e del folklore cittadino”.
I segnali di questa rumorosa frattura c’erano già stati ed erano stati anche molto evidenti; già negli anni scorsi l’associazione presieduta da Felice Abate aveva puntato soprattutto sull’evento storico teatrale denominato La Cava – Civitas Fidelissima – 1460 che per la seconda edizione è stata già fissato la del prossimo 4 Settembre 2022; con un folto stuolo di promotori quali la Comunità Francescana di Cava de’ Tirreni e l’adesione, come partner artistici, del Teatro Il Giullare di Salerno e del Giffoni Film Festival.
Solo per la cronaca è utile ricordare che l’Associazione Sbndieratori (fondata dal mitico Luca Barba) non prenderà parte neppure alla storica “Disfida dei Trombonieri”; e il presidente Abate lo fa con una motivazione incredibilmente dura (fonte Il Mattino del 22.03.22): “È bene precisare che alla base della decisione non c’è nessun contrasto con i gruppi aderenti, ma, semplicemente, una visione totalmente diversa su quali debbano essere gli obiettivi da perseguire per la promozione della Storia e del Folklore cittadino, visione che certamente non considera la Disfida come elemento centrale. Pur nutrendo grande rispetto per l’ormai tradizionale gara di sparo su cui si concentrano tutte le attenzioni e le energie dei gruppi Trombonieri, gli Sbandieratori De Li Quattro Distretti, il cui ruolo all’interno della Disfida è assolutamente marginale, ritengono fondamentale concentrarsi su eventi che puntino riportare in auge la parte storica relativa agli accadimenti che portarono alla consegna della Pergamena Bianca”.
Più chiaro di così, non si può; e nella storica città metelliana si alimenta ancora di più il verminaio della politica.