A 100 anni dalla nascita di Ugo Tognazzi,un francobollo: ‘’Le eccellenze dello spettacolo’’ , ha raccontato l’Italia nella sua naturalezza,nel prendere in giro se stesso e l’Italiano medio.

 

Da Pietro Cusati

Cremona,23 marzo 2022 — Per ricordare Ugo Tognazzi, un volto importante della commedia all’italiana, in occasione del centenario della nascita, il ministero dello Sviluppo economico ha emesso  un francobollo ordinario della serie tematica “Le eccellenze dello spettacolo”, relativo al valore della tariffa B pari a 1,10 euro.La tiratura è di 300mila esemplari. Il francobollo, con bozzetto a cura di Francesco Di Pietro, è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.La vignetta  raffigura un ritratto di Ugo Tognazzi in primo piano su uno sfondo in cui s’intravedono alcune pellicole cinematografiche; in alto a destra spicca l’icona stilizzata di un ciak.L’annullo del primo giorno di emissione sarà disponibile nell’ufficio postale di Cremona centro, città di origine dell’attore e regista. A cento anni dalla nascita la Rai dedica un omaggio a Ugo Tognazzi, una programmazione speciale, tra cinema e tv. Tutte le testate giornalistiche radio e tv saranno impegnate con servizi e approfondimenti a raccontare la figura di un attore che ha attraversato tante stagioni del cinema italiano, ma è stato anche protagonista sul piccolo schermo di momenti indimenticabili nei varietà, accanto a colonne dello spettacolo come Raimondo Vianello o Walter Chiari.  Radio 2 realizzerà una puntata speciale di “Pezzi da 90”, in cui la figlia dell’attore, Maria Sole, ricorderà la passione del padre per la buona cucina.Un attore monumentale che ha raccontato l’Italia nel prendere in giro se stesso e l’italiano medio, Ugo Tognazzi, regista,sceneggiatore,comico, è stato un volto importante della commedia all’italiana. Nato a Cremona  il 23 marzo 1922,scomparso il 27 ottobre 1990,sepolto nel cimitero di Velletri. I cent’anni di Ugo Tognazzi sono una fotografia dell’Italia che è cambiata, dagli stenti della guerra mondiale, alla corsa al benessere degli anni ’60, attraversata dalla paura e dall’eccesso negli anni ’70, ripiegata sulla ricerca di sé nel decennio successivo. Attore capace come pochi di mutare registro tra il comico e il drammatico con una semplice smorfia e un battito di ciglia, Ugo Tognazzi ha saputo costruirsi protagonista giocando sempre da coprotagonista, usando il registro dell’understatement anche quando faceva il mattatore, dipingendosi come uomo normale, sempre in prima fila. In cucina cercava la perfezione, guardando alla tavola come al palcoscenico in attesa dell’applauso liberatore. Nel 1979 Tognazzi prese parte a un  clamoroso scherzo, ‘’il diritto alla cazzata’’, accettò di essere fotografato ammanettato da finti carabinieri in quanto ‘’grande vecchio ‘’ delle Brigate Rosse. Si trattava di una burla predisposta dal settimanale satirico Il Male. Amante di cibi genuini o pietanze raffinate, aveva dell’arte culinaria un concetto romantico e nostalgico, ricercando antichi sapori. Per lui la cucina era vera espressione culturale. Ugo Tognazzi era un grande appassionato di cucina, adorava cucinare e preparare cene per parenti e amici. Dichiarò più volte di “avere la cucina nel sangue”, e che avrebbe preferito diventare un grande esperto culinario piuttosto che essersi dedicato alla carriera di attore, infatti, spesso ironicamente definiva la recitazione una sorta di hobby rispetto alla cucina.«Dopo aver preparato una cena, la mia più grande soddisfazione è l’approvazione degli amici commensali. E in questo, tutto sommato, non faccio che ripetere ciò che mi accadeva a teatro e che ora, col cinema, mi viene a mancare: il contatto diretto col pubblico.» «Nella mia casa di Velletri c’è un enorme frigorifero che sfugge alle regole della società dei consumi. Non è un “philcone”, uno spettacolare frigorifero panciuto color bianco polare. È di legno, e occupa una intera parete della grande cucina. Dalle quattro finestrelle si può spiarne l’interno, e bearsi della vista degli insaccati, dei formaggi, dei vitelli, dei quarti di manzo che pendono, maestosi, dai lucidi ganci. Questo frigorifero è la mia cappella di famiglia.»

 

 

 

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