Aldo Bianchini
SALERNO – Un recente appello lanciato dal giornalista Pietro Cusati (detto Pierino), segretario dell’Associazione Giornalisti amici del Vallo di Diano, ha riproposto all’attenzione del pubblico e della popolazione valdianese la tragedia delle due donne di Montesano morte nell’incendio del materassificio in cui lavoravano senza le necessarie precauzioni antinfortunistiche.
Rileggiamo insieme l’appello di Cusati: <<Il 5 luglio 2018, nell’auditorium del Polo Culturale Cappuccini di Sala Consilina (SA), fu presentata la piece teatrale “Vite in cenere” scritta mirabilmente dalla Prof.ssa Rosaria Zizzo di Battipaglia, che rievoca la morte sul lavoro a Montesano Sulla Marcellana di due donne del Vallo di Diano, le operaie Giovanna Curcio (16 anni) e Annamaria Mercadante (49 anni), nella mattina del 5 luglio del 2006. Ricordo che l’evento fu organizzato dalla consulta delle amministratrici del Vallo di Diano, di cui ebbi l’onore di coordinare i lavori, presente, tra gli altri, anche il Sindaco di Montesano sulla Marcellana. Sulla scorta di quel interessante convegno del 5 luglio 2018, rivolgo un cortese invito ai tre Sindaci del Vallo di Diano: Padula, Casalbuono e Montesano Sulla Marcellana di dedicare un monumento alle due donne, una via o una Piazza nei loro Comuni di appartenenza>>. Poi Pierino ha anche lanciato un nuovo appello in occasione della “giornata mondiale della donna” per sensibilizzare anche la Consulta delle Donne del Vallo di Diano ad attivarsi per ricordare le due vittime di Montesano. Ovviamente nessuno ha ascoltato gli appelli.
C’ero anche io a quel convegno del 5 luglio 2018 e, grazie soltanto a Pierino, mi venne concessa anche la parola; per la mia durezza fui in parte contestato e nei giorni successivi qualcuno richiese anche la registrazione del convegno per il fatto che avevo dichiarato che l’autocisterna dei pompieri era arrivata scarica (cosa comprovata da vari report giornalistici dell’epoca).
Da allora, scrive giustamente Cusati, non è stato fatto niente; e lancia l’appello ai tre sindaci direttamente interessati per dedicare un monumento alle due sfortunate donne lavoratrici. Io, modestamente, proporrei anche l’istituzione di una “giornata ricordo” da celebrarsi ogni anno nei tre comuni del Vallo di Diano, e non solo.
E aggiungerei alla lista dei comuni anche quello di Sanza in cui ci fu la cosiddetta “strage di Sanza del 28 maggio 1977” in cui persero la vita per motivi di lavoro Antonio De Mieri (papà dell’ex sindaco), Pasquale Santoro e Antonio Peluso; la tragedia si consumò in un pozzo dove i tre morirono asfissiati; ci fu anche un ferito grave.
Quell’evento che cambiò anche la tendenza dell’ INAIL nella disciplina del riconoscimento della protezione contro gli infortuni sul lavoro stabilendo il principio che se un lavoratore muore nell’atto di prestare soccorso ad altro lavoratore, il suo caso è da ricomprendere tra quelli soggetti alla tutela antinfortunistica.
Bene, i quattro sindaci potrebbero tranquillamente ricordare le vittime sul lavoro delle loro comunità e lanciare un preciso messaggio di solidarietà per le numerose morti bianche per le quali si fa sempre molto poco ed anche male.