da Dr. Alberto Di Muria
Padula-L’epilessia è una sindrome caratterizzata dalla ripetizione di crisi dovute all’iperattività di alcune cellule nervose cerebrali. Gli attacchi epilettici muscolari possono essere distinti in: mioclonici, spasmi di lieve entità; tonici, contrazioni più intense; tonici/clonici, violenti spasmi muscolari seguiti dal rilassamento della stessa muscolatura. L’alternanza di questi due stati è responsabile delle tipiche scosse muscolari ritmiche, le convulsioni, associate alla crisi epilettica. L’epilessia è causata dall’abnorme alterazione dell’attività elettrica di alcuni neuroni, generalmente localizzati a livello della corteccia cerebrale.
In letteratura sono stati descritti molti tipi di epilessia, classificabili in parziali e generalizzati. Nelle epilessie parziali il focus epilettogeno interessa soltanto un emisfero cerebrale. Nelle epilessie generalizzate, i neuroni che causano gli attacchi interessano entrambi gli emisferi. Si accompagnano quasi sempre a perdita di conoscenza associata a manifestazioni contrattili e spasmi di tipo mioclonico/tonico e tonico/clonico.
Per la cura dell’epilessia i medici hanno a disposizione numerosi farmaci che agiscono con diversi meccanismi di azione: aumentano il segnale del GABA, un neurotrasmettitore inibitorio; riducono l’attività dei canali sodio e dei canali calcio; riducono il segnale degli aminoacidi eccitatori. Questi medicinali consentono un netto miglioramento delle manifestazioni epilettiche e permettono al paziente di condurre una vita normale. La terapia dev’essere tuttavia personalizzata e protratta per lunghi periodi di tempo. Gli effetti collaterali comuni a tutti i farmaci antiepilettici comprendono rush cutanei, prurito, leggera sedazione e disturbi digestivi. Ora, dall’Inghilterra giunge un nuovo allarme relativo ai farmaci bioequivalenti.
In base alla normativa vigente, i medicinali bioequivalenti lo sono nei confronti del medicinale di marca di riferimento. Tuttavia, recentemente nel Regno Unito sono emersi dubbi sulla sicurezza d’uso nel passaggio da un farmaco antiepilettico di marca al bioequivalente prodotto da diverse aziende farmaceutiche. In caso di switch terapeutico da un farmaco di marca verso farmaci bioequivalenti i medici britannici hanno osservato e segnalato casi di fallimento terapeutico e altre reazioni avverse da farmaco.
I motivi principali di perplessità sono stati soprattutto il ristretto indice terapeutico di alcuni antiepilettici e le conseguenze gravi in caso di fallimento terapeutico come l’aumento del rischio di convulsioni, così come le interazioni tra farmaci e la solubilità o la biodisponibilità relativamente bassa dei farmaci in questione.
In base al loro indice terapeutico e ad alcune caratteristiche farmacocinetiche, per fenitoina, carbamazepina, fenobarbital è meglio assicurare la continuità terapeutica senza passaggio a equivalenti.