Aldo Bianchini
SALERNO – Ho già scritto in passato in merito alla vicenda “kafkiana” che sta travolgendo da qualche anno la brillante e preparata dirigente scolastica dott.ssa Franca Principe al comando dell’istituto scolastico di istruzione superiore “C. Pisacane” di Sapri.
Cercherò, quindi, di non ripetere gli stessi concetti già precedentemente esposti nel commento dell’incidente occorso ad uno studente (non del Pisacane, ma in quell’istituto entrato per seguire gli esami di un amico) rimasto seriamente ferito a causa della caduta dall’alto di qualche metro dopo che lo stesso incauto giovane aveva deliberatamente aperto una porta che era chiusa ma non con i sistemi di sicurezza che il caso prevedeva (dietro la porta era in atto un cantiere di lavoro). Non ho avuto la possibilità di esaminare gli atti processuali per capire se e come la difesa della Principe abbia lavorato in quelle indagini preliminari che sono alla base di tutto.
Dopo una serie interminabile di indagini, processi e sofferenze morali la Principe è arrivata, l’anno scorso, in Cassazione che invece di cancellare tutto ha confermato in ribasso la sentenza di condanna della Corte di Appello stabilendo la pena detentiva in pochi mesi, pena condonata ma con l’insinuante aggiunta di una provvisionale di circa 15.000 euro (campanello allarmante per la difesa ?) a carico dell’imputata. Da qui la richiesta, in sede civile, di risarcimento del danno psico-fisico ricevuto che la parte lesa (forte anche della sentenza della Suprema Corte) ha conteggiato in una cifra superiore ai 700mila euro.
Senza dubbio un vero abominio in danno di una dirigente scolastica, e credo anche del responsabile della sicurezza per negligenza in vigilando; cosa assurda, ai limiti del grottesco, in un istituto di enormi dimensioni e da parte di una dirigente che non forzatamente deve essere anche esperta di “prevenzione antinfortunistica”, anche perché è lo stesso Stato che mentre ti promuove alla carica di dirigente si guarda bene dal professionalizzarti in materia di sicurezza antinfortunistica. Ma su questo aspetto, però, ho già scritto tanto e non mi ripeterò.
Oggi, nel ribadire che la materia della prevenzione è vastissima ed ancora tutta da esplorare nonostante le continue chiacchiere (anche da parte del Presidente della Repubblica) mi preme mettere in evidenza, però, che non è con la raccolta fondi che si risolve l’enorme problema della responsabilità sulla sicurezza.
Capisco che l’iniziativa della ds Francesca Nobile di raccogliere fondi da tutti i ds è anche astutamente provocatoria, e semmai si raggiungesse la somma richiesta si andrebbe soltanto a dare ragione alla Cassazione ed a convalidare e consolidare l’esistenza della responsabilità in capo al ds, ma non si risolverebbe minimamente il problema di carattere generale che rimane tuttora ed interamente sul tappeto.
E se è vero, come è vero, che molti ds stanno facendo a gara per contribuire economicamente alla risoluzione del problema, mi meraviglia molto che tra i donatori (se non si tratta di una omonimia) ci sia anche l’on. Piero De Luca il quale, oltre a donare, farebbe bene a creare “il caso” da portare in Parlamento per cominciare a rimuovere antiche e pesanti incrostazioni su una materia difficilissima della quale tutti ne parlano ma nessuno fa niente.
Infine, un’ultima osservazione sul post (su “gofundme”) a firma della Nobile per indurla a ragionare sulla colpevolezza della Principe. La ds di Sapri è colpevole (lo ha sancito la Cassazione) ma non “per una colpa non sua”, bensì per una colpa che non dovrebbe ricadere in maniera così tranciante sul capo di un dirigente scolastico. I ds sono circa 8.000, ebbene tutti insieme dovrebbero fare in modo che il caso non solo approdi in Parlamento ma che arrivi anche alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo; allora sì che avrebbero cominciato seriamente, almeno loro diretti interessati, ad affrontare il problema.