Tangentopoli: qual è stato il costo dei 1.000 giorni di tangentopoli ?

 

Aldo Bianchini

Con il procuratore aggiunto Gerardo D'Ambrosio il pool originale "mani pulite" si avvia per i corridoi del Tribunale di Milano verso la famosa conferenza stampa del 21 novembre 1994 indetta contro il governo Berlusconi. Da destra: Antonio Di Pietro, Gerardo D'Ambrosio, Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo (manca Francesco Greco). Dopo quella data il pool modificò più volte la sua struttura interna ed al gruppo originale si aggiunsero Tiziana Parenti, Ilda Boccassini ed altri. Ma il vero pool si era già sfasciato.

SALERNO – Trent’anni sono davvero pochi per poter scrivere la storia di “tangentopoli”; sia sulla sua genesi che sulla sua ricaduta sulla politica nazionale ed internazionale sono state avanzate molte ipotesi (la caduta del muro di Berlino, il controllo sulla Procura di Milano dell’ambasciatore USA, la lotta politica attraverso la giustizia, la voglia degli imprenditori di avere una nuova classe politica, l’utilizzo delle manette per estorcere confessioni inconfessabili, lo strapotere dei pm rispetto ai gip, l’applicazione forzata del nuovo codice di procedura penale dell’89, il depotenziamento naturale di un’intera classe politica allo sbando, l’avallo di alcuni poteri dello Stato su altri ecc. ecc.), l’una più fantasiosa dell’altra con un unico comune denominatore: ha interessato tutto il popolo italiano desideroso, come altri popoli, di un giustizialismo a prescindere contro gli uomini di potere.

In questo sfrenato senso di vendetta del popolo si inserì alla perfezione l’azione giudiziaria, non si sa fino a che punto preordinata e precostituita dal cosiddetto “Grande vecchio” della strategia politica planetaria, di un pool di sconosciuti giovani magistrati (Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Francesco Greco e Antonio Di Pietro) in servizio presso la Procura di Milano, con il supporto del gip Italo Ghitti (primo caso della storia in cui c’è un solo gip per un pool) e l’avallo di due magistrati misteriosi e inquietanti come Francesco Saverio Borrelli (capo della procura di Milano) e Gerardo D’Ambrosio (procuratore aggiunto).

Il cosiddetto pool “mani pulite” di Milano si sfasciò dopo appena due anni (complessivamente 1.007 giorni) dal 17 febbraio 1992 con l’arresto di Mario Chiesa fino al 21 novembre 1994 con la notifica dell’avviso di garanzia (il primo di una lunga serie) a Silvio Berlusconi che aveva vinto a sorpresa le elezioni politiche del 1994 ed era impegnato, come presidente del Consiglio dei Ministri, in un summit a Napoli tra le grandi potenze mondiali (G/7) incentrato proprio sulla criminalità. Quell’azione annunciata dal Corriere della Sera scoprì forse le carte del gioco politico che stava travolgendo il pool.

Prima dei numeri racconto un inedito aspetto del compianto personaggio Borrelli: il segretario del PSI Bettino Craxi chiamò il ministro Carmelo Conte per invogliarlo a dare il suo assenso alla nomina di Borrelli come procuratore capo a Salerno; Conte d’accordo con De Mita e Del Mese aveva già fatto altre scelte (leggasi Addesso) e così Craxi pur di togliersi da torno quel magistrato che ripetutamente faceva anticamera presso la famosa segretaria Enza Tomaselli, lo fece nominare procuratore capo a Milano, pensando erroneamente di poter controllare quella Procura.

La storia ci ha, poi, detto, che le scelte della politica finirono male sia a Milano che a Salerno dove, grazie ad Addesso, venne replicato il modello milanese del pool.

I numeri di quella violenta stagione giudiziaria sono, alla luce dei fatti, drammatici:

1)            4.500 indagati complessivamente

2) 31 suicidi

3)            457 parlamentari indagati

4)            1.069 politici in genere indagati

5)            851 le richieste di autorizzazione a procedere avanzate dai giudici

6)            3.200 rinvii a giudizio

7)            1.233 condannati almeno in primo grado

8)            498 assolti con formula piena

9)            730 finiti per prescrizione

10)        2.461 fascicoli portati a compimento

11)        2.039 fascicoli dispersi tra le varie Procure

12)        700 fascicoli mai più ritrovati

13)        620 miliardi di lire il conteggio approssimativo della corruzione

E la storia continua.

 

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