da Salvatore Memoli (giornalista)
Continua pervicacemente la volontà di allontanare i rifiuti salernitani dalla Tunisia. É un impegno serio e concreto che le Autorità tunisine, innanzitutto il Governo ed il Presidente della Repubblica, affidano alle parti operative di perseguire, prima possibile. Ad oggi molti passi avanti sono stati fatti ed una soluzione é in corso di realizzazione. Non bisogna perdere la speranza, bisogna essere fermi, convinti che le tante difficoltà burocratiche, logistiche e politiche saranno superate, con buona pace di un’indifferenza e di tanta incompetenza che hanno pervaso l’avvio di uno scambio positivo di volontà tra tante autorità interessate che hanno diritto di stare sedute al tavolo conciliativo.
La quantità di rifiuti prevista da imbarcare per la Tunisia era enorme, diverse tonnellate, uno sbarco di veleni. Chi ha pensato a questa migrazione transfrontaliera non può essere individuato come persona singola, in ballo c’é un sistema corrotto di relazioni internazionali, di società esportatrici, di funzionari , di politici di vaglia, che ha capito, fiutato un business milionario ed un tornaconto personale di altissimo ritorno. Chi ha fatto i danni non ha considerato il male fatto ad un Paese del terzo mondo che compie sforzi faticosi, giganteschi, per raggiungere e conservare standard elevati di modernità ed efficienza. L’affaire é stato fatto con disprezzo dei valori civili largamente praticati dai cittadini tunisini e con modalità sferzanti che non hanno avuto riguardo di depositare i rifiuti in aree prossime ad un grosso centro urbano, una città balneare di oltre quattrocentomila abitanti che d’estate moltiplica le sue presenze. La parte rilevante di questi rifiuti, individuata da funzionari scrupolosi, rimane da quasi due anni nel Porto di Sousse, racchiusa in container che minacciano reazioni inimmaginabili, se si considera quello che si trasforma all’interno di questi blocchi di materiale velenoso.
Perché? Perché un Popolo tanto accogliente e generoso, una città piena di vita per il turismo, una località di forte cultura, deve sopportare questo disprezzo velenoso di soggetti spregiudicati che le stanno dando morte e velenosità?
Consegnare rifiuti irricevibili é un reato di omicidio di una collettività innocente. Nessuna sanzione potrà essere pari al disastro causato e potenziale. Gli interessi economici in questo settore sono atti di violenza sociale che nessuna pena potrà severamente condannare. Bisogna individuare i responsabili, colpirli con interdizioni esemplari, pretendere i giusti risarcimenti, vietare loro la reiterazione di questi disastri ambientali. Si tratta di rifiuti portati illegalmente in Tunisia nel 2020 e nell’ordine di 8000 tonnellate che devono essere rimpatriati in Italia e propriamente in Campania.
La domanda é dove saranno allocati? Problema non irrilevante ai fini dei danni ambientali, tuttavia, oggi appare rilevante liberare la Tunisia da un problema che non é suo e che chi l’ha causato deve riprenderselo con tutte le ipotesi più giuste di uno smaltimento corretto. La Tunisia ha le idee chiare per il rimpatrio ed in questo senso ha preparato una road map per garantire i diritti dello Stato tunisino. Ma non é stato facile attivare un canale operativo in Italia e soprattutto in Campania, almeno per consentire all’Ambasciatore della Tunisia di incontrarsi con le Autorità Campane. Da parte mia ho attivato tutte le mie conoscenze e mi attiverò ancora per restituire alla Tunisia i suoi diritti e la sua dignità vilipesa. Un accordo criminale sottoscritto tra un’azienda tunisina, Soreplast, e una società salernitana, SRA Campania, prevedeva il trasferimento di 120 tonnellate di rifiuti l’anno dall’Italia in Tunisia, al costo di 48 euro per tonnellata importata. 120 tonnellate erano state depositate in un impianto tunisino della Soreplast mentre altri container con 7900 tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati italiani sono in attesa di rimpatrio presso il Porto dì Sousse. Su questa vicenda si sono innestati alcuni ricorsi in Italia da parte della società esportatrice che non sono finiti bene per la società salernitana. Alla politica, ora, tocca risolvere il problema. Un ruolo importante l’ha avuto l’Ambasciata di Tunisia a Roma che ha sostenuto con fermezza e con vera diplomazia l’esigenza di un dialogo operativo con la Regione Campania. Ad onor del vero si deve rimarcare l’apertura del Governatore De Luca che ha favorito un incontro importante e si é impegnato non poco a scrivere la parola fine. Come ho già sostenuto voglio sperare che il Governatore della Campania, con la sua consueta pragmaticità, voglia accompagnare le soluzioni da”carta bollata” con gesti di amicizia e con iniziative a favore della Tunisia. Le occasioni ci sono e potrebbero favorire la crescita di positive relazioni tra le due realtà politiche. La Regione Campania per storia, posizione geografica e per abitanti é quasi grande come una nazione, sebbene di poco superiore alla metà degli abitanti del Paese africano. Una visita ufficiale di De Luca in Tunisia sarebbe vista come un gesto di grande apertura politica.