da Dr. Alberto Di Muria
Padula-E’ recentemente stato pubblicato, sulla importante rivista internazionale Molecular Aspects of Medicine, un interessante articolo, che pone l’accento sulla diversa incidenza delle reazioni avverse da farmaci nei due sessi. La prima considerazione da cui parte l’articolo è che le differenze sesso-genere specifiche dell’incidenza delle reazioni avverse coinvolgono sia la farmacocinetica che la farmacodinamica. Ricordiamo che la farmacodinamica riguarda gli effetti del farmaco sull’organismo, mentre la farmacocinetica studia gli effetti dell’organismo sul farmaco, ossia tutti i processi di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione che condizionano il raggiungimento ed il mantenimento di un’adeguata concentrazione dei farmaci nei vari compartimenti.
Storicamente, le donne sono state meno arruolate negli studi clinici e ciò vale anche per gli animali di sesso femminile negli studi preclinici. Di conseguenza i dati raccolti nell’uomo sono stati applicati alla donna, producendo, così, una minore disponibilità di terapia appropriate e mirate per le donne. L’effetto di tutto ciò è che il sesso femminile è caratterizzato da una maggiore incidenza e gravità di reazioni avverse ai farmaci. Le donne sono più esposte agli effetti collaterali da farmaci rispetto agli uomini.
Alla base delle differenze farmacocinetiche che originano queste differenze tra i due sessi vi sono la diversa dimensione e composizione corporea, il diverso assorbimento, il diverso metabolismo e la diversa eliminazione. Nonostante ciò, per la maggior parte dei farmaci la dose raccomandata è ancora calcolata per un uomo adulto di 70 kg. Occorre, poi, considerare che i parametri farmacocinetici risentono delle variazioni ormonali che caratterizzano la vita di una donna, ivi comprese quelle dovute all’utilizzo di estrogeni e progestinici a fini terapeutici e/o anticoncezionali.
L’articolo passa poi ad esaminare la vulnerabilità del sesso femminile verso specifiche classi di farmaci. Ad esempio numerosi farmaci antiaritmici, antistaminici, antipsicotici ed antinfettivi possono provocare alcuni tipi particolari di aritmie, che sono più frequenti nelle donne perché la ripolarizzazione cardiaca, dopo l’età della pubertà, è più lunga nelle donne rispetto agli uomini. Ancora, le donne sono più vulnerabili rispetto all’osteoporosi, che può essere aggravata da molti farmaci.
Infine, il sesso influenza anche il tipo di reazione avversa da uno stesso farmaco. Per esempio, i diuretici danno prevalentemente iponatriemia nella donna, mentre negli uomini inducono riduzione del volume plasmatico.
Siamo, quindi, di fronte a un vuoto di conoscenze che va colmato con ricerche appropriate, anche nella prospettiva di ridurre le reazioni avverse da farmaco tanto negli uomini quanto nella donna.