da Pietro Cusati
Teramo 15 gennaio 2022. Sempre dalla parte dei bambini, Professore, pedagogista, imprenditore, editore e fabbricante di giochi , Peppino’ Lisciani è stato soprattutto una figura di notevole valore culturale, pedagogico,la sua preparazione ne ha fatto un riferimento per il mondo dell’educazione e ha sostanziato le scelte imprenditoriali che lo hanno condotto a realizzare una realtà di livello internazionale. Se ne va un pezzo della pedagogia italiana,animatore di numerose iniziative editoriali pedagogiche che hanno lasciato un patrimonio educativo con cui i ragazzi potranno continuare a crescere. Aveva 81 anni,originario di Notaresco(Teramo), fondatore e patron della Lisciani giochi. è stato insegnante nelle scuole elementari. Poi, laureatosi in pedagogia all’Università dell’Aquila, è passato a insegnare storia, filosofia, pedagogia e psicologia nei licei scientifici e negli istituti magistrali. Ricercatore all’Università La Sapienza di Roma, fu assistente alla cattedra di pedagogia del professor Mauro Laeng. Agli inizi degli anni Settanta, fonda la casa editrice Eit, con la quale comincia a pubblicare e dirige la collana di pedagogia e didattica Educazione Nuova, suddivisa in Teoria e Strumenti, a cui collaborano i maggiori nomi della pedagogia italiana e internazionale. Nel 1975 riceve la medaglia al merito educativo del presidente della Repubblica Italiana Giovanni Leone. Nel 1980 per iniziativa di Giuseppe Lisciani e con la direzione del critico letterario Renato Minore, esce la collana “C’era non c’era” composta da racconti per ragazzi della scuola elementare narrati da scrittori italiani famosi che non hanno mai, o raramente, scritto per ragazzi, come Alberto Moravia, Giulio Andreotti, Cesare Zavattini, Tiziano Sclavi e molti altri nomi noti del panorama culturale e letterario italiano. Nel 1989 fonda l’azienda di famiglia Lisciani giochi, in seguito Gruppo Lisciani.Dalla fine degli anni 60′, svolge ricerche pedagogiche, sempre all’avanguardia, presso l’Università Sapienza di Roma con il Professore Mauro Laeng. Al gruppo di studio si deve, in massima parte, l’introduzione dell’istruzione programmata in Italia, illuminato tentativo di supportare un metodo scientifico nella didattica.