da Dr. Alberto Di Muria
Padula-Per quanto la segnalazione spontanea sia considerata lo strumento più efficace per l’identificazione di reazioni avverse ai farmaci sconosciute e clinicamente rilevanti, in alcuni settori della medicina questo metodo può avere delle limitazioni legate alla peculiarità dei pazienti trattati e dei farmaci utilizzati. Uno di questi settori è l’oncologia. La ricerca di nuovi farmaci in campo oncologico è estremamente attiva e nuove molecole vengono autorizzate, talvolta con procedure accelerate rispetto a farmaci destinati alla cura di altre patologie. Ciò implica che le conoscenze sulla sicurezza di questi farmaci al momento dell’approvazione per l’uso siano più limitate.
L’identificazione di un rapporto di causa-effetto è piuttosto complicata ed è più facile attribuire un evento avverso alla progressione del tumore o ad altre patologie concomitanti che spesso si osservano nei pazienti oncologici. Di solito i nuovi farmaci oncologici vengono valutati su pazienti terminali nelle fasi pre-registrative, ma se il farmaco è efficace progressivamente diventa una prima linea di trattamento e viene usato in pazienti molto meno fragili. Questo implica una maggiore sopravvivenza e la necessità di indagare effetti avversi a medio e a lungo termine che non possono essere identificati nei pazienti terminali delle fasi pre-registrative.
Uno studio nel 2011 ha confrontato i riassunti delle caratteristiche del prodotto aggiornati di 12 farmaci oncologici mirati, per esempio gli anticorpi monoclonali, con i riassunti delle caratteristiche del prodotto degli stessi farmaci al momento della prima autorizzazione al commercio, identificando 76 reazioni gravi, di cui 38 potenzialmente fatali. Quasi il 60% di queste non erano riportate foglietto illustrativo al momento della prima autorizzazione. Questo e altri studi testimoniano la necessità di un monitoraggio continuo della sicurezza di queste terapie, che tuttavia incontra alcune resistenze. Innanzi tutto per la complessità delle terapie stesse, poi perché la patologia è così grave e i farmaci efficaci così importanti che le reazioni avverse ai farmaci oncologici spesso possono essere considerate come problemi secondari e la tendenza, quindi, è di segnalare solo reazioni molto gravi.
L’analisi del segnale può essere normalmente effettuata seguendo due direttrici fondamentali che potremmo definire l’“approccio qualitativo” e l’“approccio quantitativo”. L’approccio qualitativo consiste nella valutazione degli eventi osservati. L’approccio quantitativo è più recente e prevede l’applicazione di metodi statistici per verificare se, all’interno di una banca dati, l’associazione tra un farmaco e un evento si manifesta con frequenza maggiore di altri eventi rispetto a uno standard.