da Antonio Cortese (giornalista)
In questi mesi ricchi di provvedimenti e direttive, già da prima delle emergenze sanitarie trasformate in paranoie, l’economia che soffre é quella del piccolo cambio. Come già spiegato da Romano Prodi in un suo lavoro bibliografico, l’Italia, nazione delle “cento città” vive di una tipologia di commercio che dalla fondazione delle prime banche dell’ avanguardia medioevale, basa la propria economia sull’esistenza di una specie di scambi al dettaglio fatta di piccoli mercati e mercatini, piccole e piccolissime imprese che fanno resistere le maglie di una rete che altrimenti come anche negli Stati Uniti, si slabbrò provocando la famosa crisi, soprattutto occupazionale, delle bolle speculative gonfiate da alcuni istituti di trading estremo. Questo tessuto é da sempre un’armatura che come un calzino di ferro riveste e protegge lo Stivale meglio delle stesse calze in spago delle befane che promettono tassi redditizi l’anno a seguire. La transazione economica in corso ha in una trentina di mesi agevolato l’uso delle carte di credito per un minore o più ecologico trasferimento di denaro, ma l’Italia, come in molti altri settori é un territorio molto più complicato per le fredde economie globali che anche in politica adottano soluzioni o provvedimenti sbrigativi. Il resto delle nazioni si fondano su sistemi industriali di pochi centri produttivi, mentre il nostro Paese per mantenere questi centri si approvvigiona dal sistema unico, tipico e speciale e che per quanto insolito salva la bandiera ad ogni crisi, fino alla conferma che si é avuta in settimana del riconoscimento da parte del Regno Unito quale migliore gestione delle sofferenze attribuito al premier. Pertanto è sempre utile e conveniente salvaguardare la circolazione dei tagli piccoli, le monetine e gli “spicci” che costituiscono linfa vitale dei su detti mercati, compresi i centri commerciali più moderni, che dalle nostre parti, dove e anche quando non arriva la tecnologia, sono assistititi da parcheggiatori ( autorizzati o meno) pizzicagnoli con la frutta sui minifurgoncini, artigiani con svariati prodotti su strada che altrimenti non si avrebbe né il tempo né il modo di trovarli nei discount cinesi, rumeni o italointernazionali.