A Venezia il 13 e 14 dicembre 2021 conferenza dei ministri della Giustizia degli Stati membri del Consiglio d’Europa: la giustizia ripartiva.

 

dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

Marta Cartabia - ministra della giustizia

Si terrà a Venezialunedì 13martedì 14 dicembre 2021, presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista, la prossima conferenza dei ministri della Giustizia degli Stati membri del Consiglio d’Europa, primo evento di livello ministeriale del semestre di presidenza italiana. L’incontro  ha come tema la giustizia riparativa. La giustizia riparativa e la mediazione rappresentano sfide culturali, prima ancora che giuridiche, delle società moderne, dove globalizzazione e multiculturalismo, attenzione alle vittime, soprattutto se deboli e vulnerabili, ed esigenze di tutela dei diritti umani esigono nuovi modelli di gestione dei conflitti. La conferenza  sarà  l’occasione per discutere di giustizia riparativa, del perché essa si occupa delle vittime, di cosa vuol dire mediare un conflitto legato a un reato e in che misura giustizia riparativa e giustizia penale possono essere complementari. La giustizia riparativa  considera il reato in termini di danno alle persone e di fratture relazionali che avvengono all’interno di una comunità. Il modello di giustizia riparativa  si propone come risposta ai  modelli tradizionali  di coniugare la duplice esigenza della riabilitazione e della sicurezza sociale. La giustizia ripartiva è sostenuta da direttive e raccomandazioni europee  che considerano la giustizia  quale strumento di riduzione della recidiva e di cura di tutte le parti coinvolte, inclusa la comunità. La Direttiva 2012/29/UE del parlamento europeo e del consiglio  istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato.La giustizia riparativa, gli approcci e le pratiche riparative non riguardano soltanto i comportamenti a rilevanza penale, ma i diversi conflitti che possono generarsi nella comunità. Può essere intesa come «la scienza di aggiustare e sviluppare il capitale sociale, la disciplina sociale, il benessere emotivo e il coinvolgimento civile attraverso l’apprendimento partecipato e i processi decisionali» . La Direttiva 2012/29/UE adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio recante «norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato», stabilisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato. La Direttiva riconosce che i servizi di giustizia riparativa possono essere di grande beneficio per le vittime  ed estende sia la definizione di «vittima di reato che la tipologia di detti servizi, ma impone agli Stati membri di adottare misure tali da garantire che «la vittima» che «scelga di partecipare a procedimenti di giustizia riparativa» sia «protetta» da «vittimizzazione secondaria o ripetuta all’interno di questi percorsi. La Direttiva impone  condizioni minime in ordine a tutti i «servizi di giustizia riparativa  contestualmente ad una inedita quanto doverosa messa a fuoco del senso della riparazione, senso sia come significato che come direzione: «si ricorre ai servizi di giustizia riparativa soltanto se sono nell’interesse della vittima».Questo è il valore intrinseco del «procedimento di giustizia riparativa», ben distinto dal valore strumentale che può attribuirgli il sistema penale: ogni effetto di prevenzione speciale da questo riconosciuto è subordinato rispetto al superiore «interesse della vittima».

 

 

 

 

 

 

 

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