Aldo Bianchini
SALERNO – Un venerdì come quello appena trascorso non si era, forse, mai vissuto a Salerno almeno da quel travolgente 11 ottobre 2021 in cui la città è stata sconvolta da un ciclone giudiziario senza precedenti.
Le “Luci d’Artista”, da sole, sono riuscite a riportare nella maggior parte della popolazione quella calma e quella serenità che mancava per poter affrontare le imminenti “feste natalizie” che si annunciano non libere da problemi legati alla devastante pandemia.
Addirittura il governatore Vincenzo De Luca, come narrato dalle cronache giornalistiche, è apparso più sereno e controllato rispetto alle volte precedenti in cui anche per accendere le luci, digrignando i denti, mostrava tutta la sua forza dominante e lanciava messaggi trasversali a tutti e di tutti i tipi. Venerdì pomeriggio, grazie forse anche all’illuminato (ma non troppo !!) gigantesco albero di Natale in Piazza Portanova, si è mostrato al suo popolo mettendoci la faccia senza annunci apodittici, tanto da apparire come un buon padre di famiglia che accarezza con leggerezza i suoi figlioletti (sindaco, assessori e consiglieri comunali, ma anche i vari presidenti e incaricati spalmati sul territorio cittadino; nessun rimbrotto, parole di incoraggiamento per tutti, anche quando ha invitato (non diffidato, come era solito fare) tutti a fare uso delle mascherine all’aperto nel tentativo di isolare e individuare meglio i “no vax” che non vanno perdonati.
Con un mio caro amico sono arrivato in Piazza Portanova, intorno alle 19.00, quando ormai tutto era finito e camminando lungo il corso verso la piazza mi sono chiesto se l’albero fosse stato acceso; stentavo, difatti, ad intravederlo anche quando ormai eravamo arrivati dinanzi al vecchio tribunale. Poi mi sono convinto della sua bontà e bellezza quando ai suoi piedi ne ho a mirato la bellezza e la sobrietà che hanno conferito alla non eccessiva luminosità quel senso di unione e pace familiare. Ecco mi sono sentito improvvisamente come nel salotto di casa intento a dialogare con familiari ed amici, semmai solo con il televisore acceso insieme alla lampada per dargli più luce. Una scelta davvero molto condivisibile, anche perché nel suo complesso tutto l’apparato (luci ed albero) non ti danno la sensazione dello sfarzo e dello spreco, piuttosto di una giusta – programmata e tranquilla gestione di queste ultime settimane prima delle feste.
Intento nelle mie riflessioni vengo attratto dalle parole, forse senza senso, che un signore guardando verso la punta superiore dell’albero ha esclamato: “La quiete prima della tempesta perfetta”.
Era chiarissimo a cosa si riferisse (l’inchiesta giudiziaria su Coop e Mercatini, ndr !!), sono stato tentato di iniziare un dialogo per capirne di più ma ho subito rinunciato perché mi è parso troppo convinto delle sue parole e incapace di aprire una discussione seria e ponderata.
E’ vero che in Piazza Portanova in quel momento si respirava un’aria strana, pesante e pungente (forse per il freddo !!), ma da qui a prefigurare una “tempesta perfetta” mi è subito sembrato un eccesso di zelo verso il ritorno alla giustizia fai da te, anzi al più becero giustizialismo dell’era di mani pulite.
Ma cosa realmente accadrà dopo le festività ? Difficile dirlo, a mio opinabile avviso il Natale e Capodanno (anche senza l’inutile concertone) l’inchiesta si sgonfierà mano a mano seppure lentamente, qualcuno ovviamente pagherà forse un prezzo più alto del presunto reato commesso, poi tutto ritornerà alla tranquillità di sempre; gli investigatori e i magistrati hanno avuto il loro momento di gloria, la stampa ha cavalcato i gossip cittadini e il potere, quello vero e ben costituito, continuerà ad essere esercitato da chi lo detiene e lo sa gestire, semmai con qualche piccola iniezione di novità che, del resto, è già in atto.