da Antonio Cortese (giornalista)
La rivoluzione energetica in atto vede protagonisti i paesi asiatici con Inghilterra e Francia al seguito. Rinnovabili, alternative, le energie del terzo millennio, ventilate dalle chiacchierate pale eoliche e altre soluzioni viste di mal’occhio o ingombranti e fastidiose (per le economie tradizionali) devono ancora stabilire un asset standardizzato soprattutto per le tegole o pannelli fotovoltaici. Incentivi, sgravi fiscali ancora non trovano il tempo necessario per risolvere in materia elementare querelle condominiali, nei quali l’energia solare é meglio distribuita e quando in eccesso addirittura ceduta o venduta a terzi, abbattendo i prezzi del costo della vita. In questa settimana dal giornalismo locale di Telenuova a quello internazionale di France24 la rivoluzione energetica é stata accolta in tavola rotonda da Aurora Torre per uno scambio di opinioni e soluzioni in dibattito, che ha visto più prese di posizione per l’impegno nel settore, mentre l’emittente con sede gemellata col comune maceratese ha trasmesso un documentario live con servizi intervallati dalle nuove tecnologie già in uso nel Regno Unito e dalle sedi di smaltimento in Cina e Francia. Attaccare il vagone italiano a queste locomotive dello sviluppo appare ancora un sogno degli uomini di buona volontà , appunto come quelli al simposio informativo locale, con tante aziende ancora in un limbo meno che considerato dalle evidenti emergenze e allarmi climatici che dovrebbero evidentemente, oramai, liberare senza aspettare altri tram..busti. Il Cop26 di quindici giorni fa già é stato archiviato risultando ai più come un ritrovo di gala disturbato a tavola da una ragazzina che fa la pecora nera di famiglia piuttosto di decidere assieme l’immediato da farsi; a parte qualche nazione russa o ex filorussa che ha rimandato il tutto alle calende del duemilacinquanta, la responsabilità sulle emissioni zero risulta ancora zero.