da Filippo Ispirato
Meno 56 all’alba – Diario di bordo sul “fenomeno” Covid è il nuovo e-book di Giovanni Moccia,
professionista salernitano esperto di finanza e sostenibilità.
Stavolta però non si tratta di un libro tematico di economia, finanza o di sviluppo sostenibile ma
un racconto autobiografico su un tema molto personale e, al contempo, molto attuale.
In qualche modo nel titolo ha voluto parafrasare l’esperienza del servizio militare. 56 giorni è il
tempo in cui Moccia e la sua famiglia sono stati in isolamento e, dunque, l’alba è la data, per
l’esattezza il 6 maggio 2021, in cui l’esperienza Covid si è allontanata definitivamente dalla sua
casa. La narrazione, poi, è avvenuta sotto forma di diario di bordo in cui ha riportato, attraverso i
vari giorni, i momenti più salienti, della coabitazione con il “fenomeno” come lui stesso definisce
il coronavirus.
Al centro vi è, appunto, la narrazione della esperienza Covid che è partita proprio dall’autore il 12
marzo scorso per poi, a catena, coinvolgere tutta la sua famiglia. Con lui il “fenomeno” è stato
particolarmente presente e, come dire, simpaticamente presente con tutti i sintomi più pesanti e
corredato da momenti piuttosto drammatici. A catena, purtroppo, poi il Covid ha interessato tutti
gli altri componenti ma per fortuna con conseguenze molto meno invasive e preoccupanti. Sotto
questo profilo si può dire che ci sono state cose in chiaroscuro. Da un lato una solidarietà e una
vicinanza concrete assolutamente inaspettate. Dall’altra, come spesso avviene nella vita, più o
meno cocenti delusioni legate ad una ancora persistente diffidenza che porta a non credere nel
virus o quanto meno a minimizzarlo. Nel testo Moccia coglie anche l’occasione per esprimere un
plauso verso il Servizio Sanitario Nazionale che ha funzionato perfettamente, sia in presenza che
telefonicamente.
professionista salernitano esperto di finanza e sostenibilità.
Stavolta però non si tratta di un libro tematico di economia, finanza o di sviluppo sostenibile ma
un racconto autobiografico su un tema molto personale e, al contempo, molto attuale.
In qualche modo nel titolo ha voluto parafrasare l’esperienza del servizio militare. 56 giorni è il
tempo in cui Moccia e la sua famiglia sono stati in isolamento e, dunque, l’alba è la data, per
l’esattezza il 6 maggio 2021, in cui l’esperienza Covid si è allontanata definitivamente dalla sua
casa. La narrazione, poi, è avvenuta sotto forma di diario di bordo in cui ha riportato, attraverso i
vari giorni, i momenti più salienti, della coabitazione con il “fenomeno” come lui stesso definisce
il coronavirus.
Al centro vi è, appunto, la narrazione della esperienza Covid che è partita proprio dall’autore il 12
marzo scorso per poi, a catena, coinvolgere tutta la sua famiglia. Con lui il “fenomeno” è stato
particolarmente presente e, come dire, simpaticamente presente con tutti i sintomi più pesanti e
corredato da momenti piuttosto drammatici. A catena, purtroppo, poi il Covid ha interessato tutti
gli altri componenti ma per fortuna con conseguenze molto meno invasive e preoccupanti. Sotto
questo profilo si può dire che ci sono state cose in chiaroscuro. Da un lato una solidarietà e una
vicinanza concrete assolutamente inaspettate. Dall’altra, come spesso avviene nella vita, più o
meno cocenti delusioni legate ad una ancora persistente diffidenza che porta a non credere nel
virus o quanto meno a minimizzarlo. Nel testo Moccia coglie anche l’occasione per esprimere un
plauso verso il Servizio Sanitario Nazionale che ha funzionato perfettamente, sia in presenza che
telefonicamente.