Aldo Bianchini
SALERNO – Tutti insieme, appassionatamente e tristemente, quelli che le elezioni del 3-4 ottobre 2021 le hanno perse, ed anche malamente; tutti insieme contro tre personaggi politico-amministrativi che, invece, le elezioni le hanno vinte e/o hanno consentito a tanti contestatori di oggi di non correre rischi quando dominavano la scena, tanto dietro di loro c’era sempre quello lì, che pur non essendo laureato ha dato punti e consigli a tutti negli ultimi 50 anni. Incomincio proprio da lui l’analisi, anche spietata, dei tre uomini d’oro: Marotta, Salzano e Loffredo.
Felice Marotta: E’ nel palazzo Guerra praticamente da sempre, fin da quando giovane squattrinato fu assunto come giardiniere dal sindaco Alfonso Menna. Da quel momento ha scalato tutte le tappe ed ha raggiunto traguardi impensabili nella fiducia dei politici e nella conoscenza delle prassi amministrative. Negli anni è diventato insostituibile in tutti i ruoli, in ogni ruolo: è il Comune personificato. Nelle ultime ore è stato addirittura irriso perché non da parte delle squallide persone che lui in tante occasioni ha sostenuto, aiutato e tirato fuori dai guai perché loro “laureati” facevano cilecca da tutte le parti e lui, non laureato, dava punti a tutti, da chioccia salvatrice. E’ stato il consigliere ufficioso di almeno una quindicina di sindaci in sequenza storica, e quando vinse De Luca nel ’93 promise di buttarlo fuori, ma poi se lo tenne anche a dispetto del suo cerchio magico dicendo appunto: “Trovatemi uno meglio di Marotta”. Marotta è ancora lì ad 81 anni, mentre i suoi detrattori di oggi, nascosti vigliaccamente, sparano a zero contro di lui dopo essere stati travolti dal mancato consenso degli elettori. Lui, invece, ha vinto le elezioni della vita.
Aniello Salzano: Democratico Cristiano da sempre, non ha mai rinnegato le sue radici e si è sempre mosso con grande signorilità e passione nel mondo della politica che spesso gli ha girato le spalle. Si critica il legittimo ritorno al centro della politica di un uomo (già docente universitario, ex sindaco di Salerno ed ex consigliere regionale) e si consente a qualcuno di sbandierare i suoi voti come fossero “cosa sua” e non “cosa nostra”. Contro di lui sono stati coniati appellativi estemporanei e suggestivi: gruppo cosentiniano, democrat, deluchismo, letteratura cristiana, last minute, turbodeluchiano, sogno di uno scranno, solo per citarne alcuni. Un profluvio di termini più o meno inventati quando invece bastava dire: “Salzano ha vinto le elezioni ed è stato premiato”. Oltretutto la nomina di Salzano nello Scabec di Salzano potrebbe anche essere la più plastica delle dimostrazioni che quello di De Luca non è un regime stretto solo sui nomi del cerchio magico. Ma tutti hanno dimenticato di scrivere che lo Scabec è il bancomat della Regione e che, quindi, Aniello Salzano è ritornato finalmente al centro della scena politica regionale. Gli hanno dato subito del “venduto” mischiando la strategia politica con lo scambio elettorale di incarichi. Se c’è una dote sicura da attribuire a Salzano è quella di non essersi mai venduto, e per questo ha pagato anche un prezzo altissimo per fare del bene in questa città. Ovviamente lui la laurea ce l’ha e come.
Dario Loffredo: Che gli sciacalli nascosti e detrattori sappiano tutti che Dario la laurea ce l’ha ed è anche una laurea importante. Ma non è questo l’elemento culturale (che nei perdenti rancorosi è soltanto un dettaglio scolastico) che ha fatto di Dario Loffredo un politico in carriera. Anche lui, come tanti, proviene dalle file socialiste, e con tutte le sue forze sta cercando di ricreare un clima diverso, innovativo e più giovanile in città; un clima che può non piacere, ma tant’è.. Naturalmente gli sciacalli perdenti non hanno trovato di meglio che spargere veleno al curaro: lo arresteranno, dovranno buttare la chiave, sarà la fine del deluchismo, trascinerà nella fossa anche Piero, non posiamo più sopportare il suo strapotere, e chi più ne ha più ne metta. Troppa rabbia contro chi come Loffredo è riuscito ad imporsi (come mai accaduto in passato) con il massimo dei consensi elettorali. Ognuno è libero di pensarla come crede, ma ad oggi è soltanto indagato per una vicenda dai contorni ridicoli se non proprio grotteschi, come diceva bene il suo difensore avv. Giovanni Annunziata. E a disdoro dell’alma minerva è da ieri il nuovo presidente del Consiglio Comunale di Salerno.
MAROTTA
Ex giardiniere che in un millennio negli uffici del Comune ha piantato l’albero genealogico dei sindaci di Salerno
Qui non ci si accanisce contro nessuno che non abbia contribuito, anche solo essendone a conoscenza , quindi omettendo di denunciare anche se non implicato, su questo scandalo politico che ha colpito Salerno. Allora perché il resto degl’indagati , anche quelli non vincitori, non hanno preso posto al consiglio comunale? Perché si è aspettato tanto a creare il consiglio comunale? I perché rimangono tanti, ma tardano ad arrivare le risposte .
Perdonate l’ardire direttore, ma quando uno sceglie una compagna di viaggio per una campagna elettorale, lo fa sapendo il come , il quando è soprattutto il perché e il più delle volte una buona percentuale di voti presa, proviene sicuramente da una prestazione a lungo termine data , fatta di accordi, preferenze , garantismo, clientelismo e chi più ne ha più ne metta e questo vale x tutti , non solo al singolo.
L’amarezza dei perdenti ci sta, ma non deve essere messa al pari di una rabbia, sapendo che si debba scendere in campo in modalità Moggiana, che anche con scenari differenti, ha la stessa valenza.
La sana competizione è una cosa, ma l’irregolarita’ accertata , ascoltata , letta e denunciata anche dai giornali è un’altra cosa.
Ora sembra che chi ha denunciato, portato alla luce tutto questo, quei coraggiosi che hanno rischiato il posto di lavoro, la stabilità delle proprie famiglie, passino agl’occhi dei propri figli solo come dei pazzi incoscienti , nn credo lo meritino.