25 novembre2021 Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si svolgerà a Roma, presso l’Auditorium del Ministero della Salute, il convegno: “La prevenzione degli episodi di violenza sulle lavoratrici della sanità”.

 

 

dr. Pietro Cusati (giornalista)

 

Il 25 novembre 2021 si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. È stata l’assemblea dell’Onu nel 1999 a scegliere questa data in ricordo del sacrificio delle sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal.  Il 25 novembre 1960  tre sorelle furono uccise dagli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo, a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana.Le tre sorelle sono passate alla storia anche con il nome di Las Mariposas (le farfalle), per il coraggio dimostrato nell’opporsi alla dittatura, lottando in prima persona per i diritti delle donne. Uno dei simboli più usati per denunciare la violenza sulle donne e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema sono le scarpe rosse. Un simbolo ideato nel 2009 dall’artista messicana Elina Chauvet con l’opera Zapatos Rojas. L’installazione è apparsa per la prima volta davanti al consolato messicano di El Paso, in Texas, per ricordare le centinaia di donne rapite, stuprate e uccise a Ciudad Juarez. Con la sua arte Chauvet porta avanti anche una battaglia personale: ricordare, ogni giorno, sua sorella minore, uccisa dal compagno quando aveva 22 anni. Il 25 novembre 2021, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si svolgerà a Roma, presso l’Auditorium del Ministero della Salute, il convegno “La prevenzione degli episodi di violenza sulle lavoratrici della sanità” organizzato dalla Direzione generale della Comunicazione e dei Rapporti internazionali del Ministero della Salute.All’evento interverranno, tra gli altri, il ministro della Salute Roberto Speranza, il sottosegretario Pierpaolo Sileri e i presidenti degli Ordini delle professioni sanitarie per una tavola rotonda in programma nel pomeriggio, a cui prenderà parte anche il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli.Nel corso della mattinata, invece, in programma la proiezione del trailer del docufilm Notturno, presentato dal presidente Anelli e dalla regista Carolina Boco, e la testimonianza di Ombretta Silecchia, la dottoressa pugliese minacciata e aggredita durante un turno di lavoro nel servizio di continuità assistenziale.A introdurre e moderare l’incontro Sergio Iavicoli, a capo della Direzione generale della Comunicazione e dei

Rapporti internazionali del Ministero della Salute.Il convegno sarà trasmesso in streaming sui canali del Ministero della Salute.Inoltre un nuovo spot della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), “La maschera”, ideato per mettere in guardia contro i “tuttologi”, e invitare ad affidarsi, invece, a chi ha le competenze per curare e per parlare di salute e scienza. I medici, appunto. Un tema importante, soprattutto in tempi di pandemia e in un contesto in cui i social possono diventare terreno fertile per i falsi esperti e i fenomeni di disinformazione.Nello spot, a rispondere all’appello, infatti, sono, in un primo tempo, varie figure che, col volto coperto proprio da una maschera, dicono la loro, esprimendo le opinioni più strambe su come guarire il malcapitato. Ma tutto è bene quel che finisce bene. Finalmente interviene un medico vero, mentre una voce fuori campo avverte: “Un medico ha studiato dai 9 agli 11 anni per curarti; a un esperto di tutto, invece, sono bastati cinque minuti”. La campagna punta così a valorizzare l’esperienza dei professionisti della salute. Ed esorta i cittadini ad affidarsi ai medici e alla scienza quando in gioco è il proprio benessere e la propria vita.“Lo spot invita alla fiducia verso la scienza e verso i medici, e a non dare invece spazio a coloro che propagano fake news, creando disorientamento e sconcerto , spiega il Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli . Crediamo alla scienza: la scienza è progresso, e ci aiuta a tirarci fuori anche da situazioni inverosimili come questa pandemia, grazie al vaccino. La scienza e i medici sono al servizio dei cittadini”.

 

 

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