Aldo Bianchini

SALERNO – Chiarisco subito, per meglio intenderci, che la mia non è una fissa contro i personaggi politici che rilasciano interviste un giorno sì e l’altro pure; è soltanto una considerazione di carattere logico e pratico ad essere oggi molto più cauti di quanto non lo siano in tempi normali.
Capisco che il richiamo dalla prima pagina di un giornale è forte, specie quando la si occupa da protagonisti indiscussi (l’intervistatore è spesso soltanto un mezzo) e quando, nella voglia di strafare, si dicono solo cazzate controproducenti, innanzitutto quando l’argomento trattato è a sfondo giudiziario. Proprio l’altro giorno in calce ad un mio articolo ho invitato due personaggi politici della citta (Tringali e Salzano): “… di tenersi un po’ lontani dalle interviste che sono sempre insidiose, non tanto per l’abilità degli intervistatori ma per le stesse dichiarazioni che spontaneamente i due potranno rendere come già hanno fatto …”.

Manco a dirlo, ieri (21.11.21) è ritornato alla grande sulla scena pubblica (con una intervista resa a Il Mattino) l’ex capo-staff di De Luca, ing. Alberto Di Lorenzo, che da un paio di anni vive e lavora a Roma (prima nello staff della Raggi ed ora di Gualtieri) con la qualifica di direttore ad interim del settore infrastrutture, mobilità e parcheggi. Sicuramente in tanti non ricorderanno che l’ex braccio destro di De Luca aveva reso una intervista al Corriere del Mezzogiorno il 22 ottobre 2021 di tono ed asprezza completamente diversi.
Fu molto tranciante e riferito a Salerno dopo i provvedimenti giudiziari dell’11 ottobre precedente disse che dopo di lui “Tutto si è inquinato, qualcosa del genere è successa anche a Roma con Buzzi e Carminati e l’inchiesta su Mafia Capitale”; in quella occasione l’ex super manager sparava a zero contro i suoi ex amici e colleghi dipingendo il clima politico-istituzionale di Salerno come “il mondo di mezzo romano”, quasi da mafia capitale.

Salvo poi a correggersi, dopo l’avviso di garanzia rifilato anche a lui per la vicenda dei mercatini e per dire in merito all’accusa di turbativa d’asta che: “È un reato molto serio e grave. Ma io stento a ritrovarmi in questa accusa … Se scrivessi oggi il bando lo rimetterei, non c’è proprio dubbio. Non si può lasciare all’inesperienza una cosa così complicata”, e quando la giornalista gli chiede se aveva lavorato per far risparmiare qualcosa al Comune, lui decisamente precisa “Per il Comune no perché non tirava fuori niente né nel primo caso né nel secondo. Gli ambulanti pagarono un decimo”, e lancia subdolamente una trasversale accusa:. “ Ma alcuni ambulanti inscenarono poi anche proteste, secondo me strumentali e un po’ indotte. Non so da chi, ma a pensare male non si sbaglia”. Sibillino il buon Di Lorenzo, non c’è dubbio; questa volta però potrebbe avere sbagliato nel far capire che sa e non dice e che sul piano giudiziario potrebbero ritorcerglisi contro.
Non mi inoltro più di tanto nelle contraddizioni che palesemente emergono dalle due interviste; credo che non saranno sfuggite agli inquirenti. Ricordo soltanto che di fronte a questa città l’ing. Di Lorenzo deve ancora dare risposte precise in merito alla famosa “balconata di San Silvestro del 31 dicembre 2017”, sulla quale neppure la Commissione Trasparenza (nelle mani dell’opposizione !!) ha saputo fare chiarezza; una balconata con ospiti di riguardo che diede comunque a De Luca lo spunto per incominciare a far fuori il suo prezioso braccio destro.
Concludo dicendo che, forse, Di Lorenzo faceva meglio a stare zitto, così come ha fatto dignitosamente Dario Loffredo affidandosi al suo difensore Giovanni Annunziata.