da Antonio Cortese (giornalista)
“Senta ho la coscienza a posto, non inquino e non ingombro!” E invece il vigile gli fa la multa comunque. Perché? Perché da come si è appreso oggi da un notiziario di Rai 1 ora si può circolare col proprio monopattino solamente se muniti di frecce e dispostivi acustici. Inoltre il codice della strada per questo veicolo, che oggi in piena giornata di sole riempiva piazze, portici e strade dei maggiori centri urbani italiani ha disposto che non può essere in sosta sui marciapiedi e non deve intralciare automobili o pedoni quando é fermo. Una signora lamentava di doversene comperare uno nuovo aggiornato alle omologazioni, ragazzi “di tutte le età” anche avanzate, dicevano che come per i primi vespini negli anni cinquanta non si dovrà più alzare il braccio ad ala essendo in possesso degli ultimi modelli in regola. Sta succedendo ciò che succedeva coi primi motoscooter nelle città durante il miracolo italiano e si spera che con meno meraviglia ci sia una più veloce percezione del mezzo; che ha il limite di venti km orari in città. I monopattini tra agevolazioni politiche e inibizioni alle innovazioni al contempo, pur essendo i più ligi alle norme di circolazione in generale, moderna, ecologica, silenziosa, antitraffico e anti infortunio, guarda caso sono i maggiori destinatari di frecciate sanzionatorie, un po’ perché danno nell’occhio e anche perché sorprendono con naturalezza il classico modo di circolare, distraendo gli automobilisti che non sono abituati a condividerne la strada e andando ad affollare gli spazi ottenuti con tanta fatica e attesa per le biciclette e gli scooter. La giornalista che faceva le interviste era anch’essa servita da un monopattino ma sarebbe meglio a questo punto ne fossero munite le stesse forze dell’ordine per domare i veicoli più inquinanti e ingombranti, o almeno per capirne davvero le dinamiche. Signora con la coscienza a posto, metta la freccia.