dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)
Roma, 10 novembre 2021. Vaccinarsi per un medico, non è solo un diritto, per proteggersi dall’aumentato rischio di contrarre il Covid, ma anche un dovere etico e deontologico .Gli operatori sanitari non possono non vaccinarsi poiché è inammissibile che i luoghi di cura come gli ospedali possano trasformarsi in luoghi di potenziale contagio epidemico per i cittadini. Le aziende sanitarie stanno applicando le regole previste nel decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale, approvato dal Consiglio dei ministri il 1º aprile 2021,n.44.All’atto di accertamento da parte dell’azienda sanitaria gli operatori sanitari devono essere esentati da lavori che prevedono contatti interpersonali o comportano il rischio di diffusione del contagio. Quando non è possibile assegnare gli operatori non vaccinati a mansioni non a rischio, è prevista la sospensione della retribuzione. Agli albi dei medici e degli odontoiatri sono iscritti, in Italia, 468.000 professionisti. Aumentano i medici che si sono vaccinati dopo essere stati sospesi, sono stati, sinora, 522 su 2178 sospesi ai sensi del Decreto Legge n. 44. Attualmente restano sospesi per non aver ancora adempiuto all’obbligo vaccinale 1656 tra medici e odontoiatri. Lo ha comunicato la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri. “La notifica della sospensione comunicata dalla Asl al sanitario e all’Ordine, per la sospensione dall’Albo, si è dimostrata un pungolo efficace per indurre alla vaccinazione i colleghi che, per un motivo o per l’altro, non avevano ancora adempiuto all’obbligo, secondo il Presidente Nazionale Filippo Anelli . Con una doppia valenza, quella di abbattere le possibilità di diventare veicolo di contagio per i suoi assistiti, soprattutto per i più fragili, e quella di dare il buon esempio”.“Allo stesso modo, fondamentale è il ruolo dei medici, soprattutto di medicina generale, nell’informare i cittadini sull’utilità della vaccinazione, e nel rispondere ai loro dubbi e domande .. L’ 83,67 % degli over 12 ha completato il ciclo vaccinale, e il 37,43 % degli aventi diritto ha ricevuto la dose booster. “L’intervento del Ministro della Salute Roberto Speranza, che ha proposto un’indennità accessoria per i medici e gli infermieri dei pronto soccorso, va nella direzione auspicata dalla FNOMCeO: quella di rendere attrattivo il nostro Servizio Sanitario pubblico, arginando l’emorragia di professionisti specializzati proprio da questi presidi così cruciali. Più in generale, quella di investire risorse nella valorizzazione del capitale umano, riconoscendone il ruolo di muro portante del nostro Servizio Sanitario Nazionale”. Secondo Il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli è sacrosanto valorizzare l’operato e la professionalità di questi operatori, non solo migliorandone le condizioni di lavoro, ma anche con incentivi economici . I ritmi insostenibili, l’altissimo livello di stress psicofisico, l’elevato rischio di aggressioni, il proliferare di denunce e citazioni in giudizio, spesso temerarie, demotivano i medici che lavorano nei pronto soccorso, spingendoli a trasferirsi in altri reparti o a migrare verso il privato.“Altrettanta attenzione va riservata al personale del 118, che gestisce l’emergenza-urgenza sul territorio . Anche qui, le ambulanze sono sempre più sguarnite di medici. Un vero e proprio allarme, come dimostrano i recenti casi di cronaca di Napoli e della Calabria, dove l’assenza di medici nel personale addetto ai soccorsi sarebbe costato la vita a tre persone. È assolutamente necessario che sui mezzi di soccorso avanzato, chiamati a intervenire nei casi, ad esempio, di infarti, ictus, incidenti stradali, siano presenti tutte le professionalità, il medico di Emergenza sanitaria territoriale e l’infermiere opportunamente formato, oltre all’autista-soccorritore, in modo da poter prestare subito e in sinergia la migliore assistenza possibile, senza perdere istanti preziosi”. E’ necessario investire, per rafforzarla, sulla medicina del territorio, che deve essere il vero front office del servizio sanitario nazionale. Potenziarla significa alleggerire i pronto soccorso, abbattendo gli accessi inappropriati, oltre a ridurre, in generale, le liste di attesa. I due versanti, il territorio e l’ospedale, sono le due facce di una stessa medaglia: entrambi, insieme, costituiscono il Servizio Sanitario nazionale e vanno valorizzati allo stesso modo, per fornire la migliore e più completa assistenza ai cittadini”.