da Antonio Cortese (giornalista)
L’edicola che serviva il Ruggi d’Aragona non c’è più. Il depauperamento del settore ha colpito laddove si curano i mali. Comprare un giornale quando si va a trovare i parenti o gli amici sarà diverso e più difficile. Rimane un desolato vuoto con la fermata dei taxi e degli autobus ma nessuno si sarà preso carico di un servizio umano quanto essenziale. La memoria storica degli edicolanti a Salerno, nei rotocalchi retrò di fotografie nostalgiche, riprende solamente le postazioni di Via Mercanti o del Corso, ma altri importanti caselli, come quello di Torrione alla Farmacia Grimaldi, quello di fronte al Parco del Mercatello e questo in particolare all’ospedale, svaniti. Ogni università che si rispetti ha la propria emeroteca, lo dovrebbe anche una città che ha ottenuto dopo secoli nuovamente la facoltà di Medicina. Le medicine in questione sono informazioni, anche se in formato cartaceo o di inutili rotocalchi, settimane enigmistiche, fumetti e figurine di calciatori. L’edicola al San Leonardo dovrebbe tornare lì in vita sponsorizzata dal Comune così come il municipio provvede al servizio edicola presso la sala della biblioteca comunale di Palazzo Carrara; perché se c’è un contributo civile agli anziani, che sono in numero crescente, per non parlare delle patologie, é bene che la giunta o l’assessore lavorino in tal senso: non che si debba intendere di incoraggiare l’editoria sprecona ma se il settore va tenuto in vita bisogna cominciare dalla fanteria in prima linea, dal dettaglio, è lì che serve il foraggio. Una volta uno straniero mi confessò che la ricchezza degli italiani sta nelle edicole dei giornalai: da lì capisci quanta cultura reale ci sia veramente in Italia, invece all’estero trovi tre quattro giornali vicino la cassa dei supermercati e dei tabaccai; basta dire che il Sun in Inghilterra é di sei sette pagine a differenza di un quotidiano italiano che a confronto é un volume dell’Utet.