Il sistema dei coltelli.

 

 

da Antonio Cortese (giornalista)

 

Con dispiacere generale si apprende dai notiziari dell’accoltellamento di alcuni turisti e supporter della squadra salernitana in occasione del trascorso derby sportivo.  Il presidente della Federazione ha espresso rammarico facendo però tutt’altro discorso sul sistema degli arbitraggi nelle partite, con modi da pater familias sempre apprezzati dai cronisti intervistatori, ma di una diplomazia inefficace. La tifoseria della squadra dei violenti che ha colpito con le lame già è stata respinta da molte trasferte in particolare da parte della squadra del Marsiglia pochi giorni prima dell’accaduto perché ritenute violente e di matrice fascista. Già due anni fa questi esponenti appendevano manichini impiccati sui ponti di Roma contro le tifoserie concorrenti; poi si espressero con una ridicolizzazione in coro sugli spalti dell’Olimpico delle foto degli ebrei e in particolare deridendo l’immagine di Anna Frank. Se i successi di una compagine aizzano in tal modo i propri sostenitori, oltre i limiti della decenza, del rispetto e della legge, allora è bene che il presidente Gravina prenda provvedimenti contro questa squadra, che se pure abbia diritto come le altre in campionato, deve essere punita e penalizzata una volta buona. La società sportiva laziale e chi vi lavora non hanno certo responsabilità legate ai tifosi, ma se i frutti del loro lavoro provocano disordini e criminalità, purtroppo da vari anni, aizzando la delinquenza e atti più che incivili, con gli scandali internazionali subito pronti a piombarsi coi media sul sistema calcio di cui lo stesso presidente Gravina ha parlato, e che egli deve difendere in prima persona, la società in questione,  va frenata (oltre agli abusi antidemocratici della doppia presenza di una società che sta creando solamente bisticci in uno dei campionati più blasonati al mondo). Da molti anni dai saluti dell’ex calciatore Di Canio con rabbia fascista ad oggi, la maggioranza della tifoseria biancoceleste é divenuta un cancro mortale alla convivenza del Paese. I coltelli si usano a tavola e “quann se magna se contratt’ ca’ ‘a mort’”.

 

 

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