da Antonio Cortese (giornalista)
Sarà il contegno dei giorni dei santi e dei defunti, ma sulle prossime elezioni provinciali non c’è stato ancora alcun rumore. Le indagini della controinquisizione che coinvolge alcune parti politiche salernitane che invece erano pronte a festeggiare conferme e balli col liscio, hanno frenato sia gli entusiasmi che la normale propaganda. Nessun assillo dai notiziari e nessun volantino o manifesto in un “attenti al gatto” generale. Il clima del partitometro segna temperature gelide diversamente da quelle reali sul barometro; se gli esponenti della vicina sessione elettorale dichiarano qualcosa é ancora dietrologia sulle amministrative comunali o su progetti già avviati mesi e mesi fa, non certo determinati dai risultati e dalle percentuali di voto, nuove, a quanto sembra di vent’anni almeno. In questa situazione potrebbe succedere che anche le urne del 18 dicembre prossimo possano confermare lo status quo, “arrecando” rinforzi alle giunte costituite, riconfermate o messe in discussione. Pontecagnano si candida così a succursale del comune di Salerno volendo fare una previsione da botteghino all’inglese, delineando una geopolitica consequenziale che esisteva già ai tempi di Mario del Mese; la differenza sta nel fatto che il viceré di Andreotti avallava il governo, mentre i protagonisti della valle silentina, a parte qualche intesa implicita col premier di oggi, non ne hanno coi grillini, che a stento si sono affermati nel capoluogo ma sono fermi ancora a Eboli e Battipaglia, dove insistono giovani come Michele Cammarano e altri “ex-compagni” in tutti i sensi e che ovviamente non sono animali social- televisivi. Il loro impegno di questi ultimi anni é ancora ignoto sia a livello locale che nazionale; come del resto i colleghi in parlamento dei 5s che pur avendo la maggioranza, appena alzano la voce vengono punzecchiati a morte dal Vespa di turno.