Aldo Bianchini
SALERNO – Per sgombrare il campo da ogni dubbio dichiaro subito (come del resto ho fatto più volte in passato) che per me l’ex pm Michelangelo Russo è stato un magistrato che aveva uno spiccato intuito investigativo; peccato che poi molto raramente ha potuto dimostrare le sue tesi accusatorie.
L’allora PM d’assalto sbiadisce nel confronto con l’attuale “giornalista impertinente” quale oggi è diventato. Oggi, difatti, il dr. Michelangelo Russo (come ho scritto qualche giorno fa) con le sue esternazioni attraverso “leCronache.it” si pone, per non dire si candida, a recitare un ruolo di primo piano nell’ipotizzato nuovo mondo politico che dovrebbe governare la città dopo l’imminente diluvio giudiziario; una città con a capo Claudio Tringali, anche lui ex magistrato. Insomma, secondo l’ultima trovata giornalistica di Michelangelo Russo cambierebbe poco rispetto all’epoca della rivoluzione russa del 1917; lui come grande giustiziere della legalità e l’altro come garante del popolo e controllore della politica locale.
- Vladimir Ilic Ulianov, detto Lenin, scrisse che nel febbraio del 1917 dopo la caduta dello zar e l’avvento di un debolissimo governo provvisorio, il potere giaceva buttato nelle strade e nessuno si chinava per raccoglierlo. Lo fecero i bolscevichi, ma solo ad ottobre. Fino ad allora, in Russia ci fu il caos più assoluto. (parole di Michelangelo, ndr !!)
Nel suo approfondimento giornalistico del 1° novembre dal titolo “Tringali sindaco” l’autoproclamatosi difensore dell’assoluta legalità annuncia scenari epocali, fa precisi riferimenti alle grandi opere e svela possibili grandi affari illeciti che porteranno al diluvio universale; quasi come se conoscesse le carte dell’inchiesta nel dettaglio e i recenti sequestri in Comune eseguiti quasi come nel 92-93.
In pratica, nel futuro quadro della gestione amministrativa di Salerno, il ruolo di primo attore il suo ex collega (e forse mai amico) Claudio Tringali; anche se a se stesso riserva la non umile e neppure secondaria possibilità di ribaltare tutto e tutti. Proprio come accadeva in Russia nel 1917 e un po’ come accadeva nel1992 a Salerno quando l’allora pm Russo (impenitente comunista) lanciava “un giornalista” all’attacco e lui arrivava poco dopo, scortato da un plotone d’esecuzione, per sequestrare carte – fascicoli – faldoni – trascinare dipendenti e funzionari comunali in Procura e in molti casi far sentire il tintinnio delle manette per ottenere confessioni che cadevano miseramente in dibattimento. Qui è stato sovvertito tutto e lui, Michelangelo, ha surrogato anche i ruoli propri della stampa candidandosi al “premio Nobel” del 2021 come unico e vero giornalista d’inchiesta di questa presunta nuova tangentopoli.
Ma andiamo al fattaccio che forse ricorderanno solo in pochi. E’ il 6 ottobre 1992 quando con un’azione coordinata tra Carabinieri e Guardia di Finanza il palazzo di città viene cinto da un vero e proprio assedio e sotto gli occhi increduli di funzionari e impiegati arriva il pm Michelangelo Russo che ordina il sequestro di tutti gli atti amministrativi e tecnici relativi al “Trincerone Ferroviario”. Il 24 ottobre 1992 nel corso del convegno “Informazione, magistratura e politica” tenutosi nei saloni del Sea Garden il sindaco Vicenzo Giordano svela che il 6 ottobre precedente all’improvviso aveva fatto irruzione nella sua stanza, senza bussare, un giornalista che aveva chiesto: “Ma Michelangelo è arrivato ?”. Arrivò dopo pochi minuti con il suo plotone di esecuzione. Gelo in sala, alcuni magistrati (tra i quali sicuramente Russo e forse anche Tringali) lasciarono il convegno sbattendo la porta mentre il pm Alfredo Greco, relatore, cercava di spiegare al sindaco che i giudici vanno dove vogliono, senza fare riferimento al giornalista che, guarda caso, era relatore seduto allo stesso tavolo. Qualche mese dopo, però, cambiò tutto: il procuratore Ermanno Addesso nominò Greco responsabile dei rapporti con la stampa e il rapporto privilegiato pm-giornalista venne spezzato da altri due pm che diedero vita al nuovo trio investigativo con il clamoroso arresto del 23 giugno 1993.
Altro che democrazia compiuta o libere elezioni; come ho già scritto ilo 18 ottobre scorso, con Claudio Tringali sindaco e Michelangelo Russo garante della legalità ci troveremmo di fronte ad un “autotarchico duumvirato” come quelli dell’antica Roma; ma lì i giudici erano eletti dal popolo, qui siamo di fronte alla totale anarchia dell’autoproclamazione. Roba da brividi.
Se è questa la libertà (di stampa, di governo e di democrazia) preferisco le porte chiuse del Comune nell’attesa di una rapida e precisa regolamentazione dei rapporti tra informazione–magistratura e politica.