Salvatore Memoli (avvocato-giornalista-scrittore)
Nell’attuale situazione politica cittadina, partiti e persone debbono scegliere i valori positivi, essere costruttivi, guardare in faccia la realtà senza infingimenti. In particolare occorre riprendere le buone abitudini di saper leggere la realtà, i numeri, riconoscere i messaggi degli elettori e rimettere in piedi un confronto utile a tutti. Nelle ultime elezioni comunali ci sono state troppe turbolenze, emotività che hanno messo in evidenza molti limiti della classe politica, in parte dovuti ad un modo di fare che evidenzia sempre più arroganza ed approssimazione, in parte dovuti a confusione di obiettivi e di alleanze politiche. La grande battaglia politica sembra essersi fermata allo scontro destra/sinistra, in un confronto forte che ha registrato molte nuove presenze ed ha offerto molti temi all’attenzione dell’elettore. Nello scontro tra due grandi aree ideologiche si è inserito l’apporto di forze di centro, sempre più eteree e rarefatte che avrebbero concorso a definire gli assetti politici attuali. Sono stati apporti importanti ma non determinanti, perché si sono perduti nei grandi numeri. Un’occasione perduta per affermare un’identità ideologica, presente tra gli elettori, purtroppo condizionata da scelte emotive, forse da seducenti richiami di posizioni politiche di vantaggio che le sirene della sinistra hanno lanciato! La tornata elettorale ha registrato una diaspora dei voti moderati, con grave responsabilità di chi ha causato la divisione. E con maggiore aggravio nel dare una lettura trionfalistica dei risultati, facendo passare quell’apporto come determinante per l’elezione di Vincenzo Napoli. Ovviamente niente è più falso! Resta il proposito sano di aggregare i voti moderati ma le strade seguite sono discutibili!
Senza giri di parole mi riferisco al ruolo dell’UDC, alla posizione di Salzano di allearsi con la sinistra, alla confusione creata tra i candidati ed i risultati elettorali. L’UDC in questa tornata elettorale, per direttiva del Segretario Nazionale Cesa, era alleata del centrodestra, quindi altre scelte sono state tutte contro la linea ufficiale del partito. A Salerno, Salzano è scappato via portandosi dietro una parte dei candidati. La Lista Popolari e Moderati non fa riferimento a Salzano, bensì a Matera, un attivo consigliere regionale, da sempre alleato di De Luca. I suoi candidati sono stati sempre dalla parte di De Luca. I due eletti sono un ex Assessore uscente e un ex Consigliere, passato in più aree politiche, ma sempre vicino a De Luca: i loro voti sommati sono esattamente il 50% dei voti di lista. Da una lettura semplice il 5,26% del consenso della Lista Popolari e Moderati, risulta per metà un voto già orientato a Napoli/De Luca ( oltre 1700 voti), gli altri sono riferiti ad un’aggregazione di provenienze politiche diverse ma certamente non moderate o di centro). Di cosa si vanta Salzano? Ed in cosa è stato determinante? E poi, dopo la sua luminosa storia politica, ha un senso far sapere che ha sostenuto una maggioranza che deve chiarire molte cose alla giustizia salernitana? A voler riconoscere il risultato di Popolari e moderati al solo Salzano, penalizzando Matera, per il suo apporto e quello dei suoi amici, sul restante 50% della lista, si può riconoscere un 2,63% del consenso. Rispetto ai voti di Napoli che incidenza ha Salzano?
Il simpatico, salace, a volte pungente Aniello Salzano, resta una risorsa importante dei moderati salernitani, da recuperare senza indugio. Gli consiglierei di non condizionare l’amico Polichetti, attorno al quale possiamo costruire un domani. A Salzano mi lega una sincera amicizia, una grande apertura politica utile a recuperare il consenso e l’idealità dei moderati che sarà utile al sistema politico salernitano. Sono convinto che il buon Salzano è stato vittima di qualche grillo parlante che lo ha indotto in errore, con le sue velleità di commentatore politico. Se prima mi era difficile pensare alla utilizzazione del suo apporto da parte di De Luca, ora più che mai penso che sia sconsigliabile a lui ed ai suoi amici, posto che si riconoscano in lui, restare alla corte di un re nudo.