FARMACIA DI MURIA: UN CONSIGLIO AL GIORNO GLI INIBITORI DI POMPA AUMENTANO IL RISCHIO DI INSUFFICIENZA RENALE CRONICA

da Dr. Alberto Di Muria

 

 

 

 

 

 

 

 

Padula-L’insufficienza renale acuta è una sindrome clinica caratterizzata da una rapida riduzione della funzionalità renale, con calo della velocità di filtrazione glomerulare che determina aumento dell’azotemia, uremia, creatininemia, oliguria, cioè scarsa produzione di urina, alterazioni elettrolitiche e dell’equilibrio acido-base.

La perdita della funzionalità renale è evidenziabile con la misurazione della creatinina nel siero. La creatinina è un prodotto di rifiuto sintetizzato dall’organismo durante il metabolismo della creatina. In ogni individuo il ritmo di produzione della creatinina è pressoché costante. Una volta prodotta, la creatinina viene eliminata con le urine. Dal momento che tutta la creatinina filtrata dal glomerulo viene completamente escreta, il suo livello nelle urine costituisce un indice della funzionalità renale: se questo è troppo basso significa che l’attività filtrante del rene è compromessa e si avrà un aumento della concentrazione di creatinina nel sangue.

Comunque l’insufficienza renale acuta è una sindrome molto seria che può essere dovuta a diverse cause.

L’insufficienza renale cronica, invece, è una grave condizione medica che riguarda i reni e che consiste nel declino graduale della funzionalità renale.

Purtroppo, l’insufficienza renale cronica ha effetti irreversibili. Infatti, le cure disponibili oggi per chi ne è affetto sono soltanto in grado di rallentare l’inesorabile progressione del declino funzionale dei reni.

Ora un’indagine statunitense, coordinata dalla Johns Hopkins University di Baltimora, suggerisce che l’impiego di inibitori di pompa protonica si associ ad un aumentato rischio di insufficienza renale cronica.

Ricordiamo che gli inibitori di pompa protonica sono tra i farmaci gastroprotettori più prescritti, che agiscono bloccando la produzione di acido cloridrico nello stomaco per una lunga durata. Questi farmaci sono utilizzati per curare la gastrite, l’ulcera peptica e il reflusso gastroesofageo.

I ricercatori hanno preso in esame i dati dei partecipanti allo studio ARIC, che ha coinvolto circa 10.500 persone, e quelli dei quasi 250.000 assistiti dal Geisinger Health System della Pennsylvania, rilevando un aumento significativo del rischio di insufficienza renale cronica tra gli abituali utilizzatori di questo tipo di farmaco, dato che si confermava ancora più nettamente con l’uso sempre più frequente di questi gastroprotettori avvenuto negli ultimi anni. Per questo gli autori sottolineano l’importanza di ricorrere agli inibitori di pompa solo quando strettamente necessario e per periodi di tempo limitati.

 

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