Aldo Bianchini
SALERNO – Molto spesso in giro si sente dire che una buona fotografia è meglio di un ottimo articolo giornalistico; vale a dire che le fotografie parlano da sole, come parlano i capolavori assoluti dell’arte antica e contemporanea.
La foto la vedete in testa a questo articolo; in essa, nell’ordine da sinistra a destra, ci sono: Luigi Di Maio (pentastellato, ministro degli esteri), Giuseppe Provenzano (vice segretario nazionale del PD), Gaetano Manfredi (neo sindaco di Napoli), Vincenzo De Luca (governatore della Campania, PD) e Roberto Fico (pentastellato, presidente della Camera dei Deputati); vale a dire insieme appassionatamente il gotha del Mov 5 Stelle e la massima espressione politica campana supportato dal segretario nazionale del partito, per fare tutti da ala al nuovo sindaco che si pone come l’ago della bilancia nella ricerca di un difficilissimo equilibrio politico-sociale per il rilancio dell’area metropolitana partenopea.
La stranezza della politica viene rappresentata in questa foto nella maniera più plastica e democratica possibile; vedere tutti quei personaggi stringersi insieme a Napoli e poi assistere al vergognoso strappo di Salerno con l’inesistente Mov 5 Stelle schierato con una altrettanto inesistente coalizione di pseudo sinistra (“La casa della sinistra”) a sostegno della prof.ssa Elisabetta Barone contro il sistema di potere politico deluchiano, è davvero inquietante non solo per il palesato insuccesso in sè della scelta ma anche per la strage dei voti dispersi dal 2018 ad oggi; partendo dal fatto che in città sono nati addirittura tre parlamentari grillini (Angelo Tofalo, Nicola Provenza e Andrea Cioffi).
A Napoli i grillini si sono piegati all’odiato De Luca ed hanno conseguito con lui un risultato elettorale che non immaginavano neppure e che grazie a quel risultato potranno continuare a vivacchiare almeno fino alle prossime politiche.
A Salerno si è determinato un nuovo accatastamento della politica, in senso negativo. Difatti tre parlamentari in carica (e due sono stati sottosegretari fino a qualche mese fa) non sono stati capaci di partorire un candidato sindaco e sono stati costretti a rifugiarsi dietro il paravento della grande coalizione antideluchiana, dimenticando che così facendo sarebbero rimasti fuori dallo spazio contenitivo della famosa fotografia di Napoli.
E’ vero che per una fortuita coincidenza hanno portato in consiglio due esponenti del movimento, ma il bottino mi sembra davvero molto magro se si guarda ai numeri: il Mov 5 Stelle ha raccolto in tutto 2.885 (il 4,4%) che grazie alla ripartizione bisbetica del sistema elettorale ha prodotto, per il rotto della cuffia, due consiglieri. Ma il solo pensare al fatto che tre parlamentari sono stati capaci di raccogliere soltanto 2.885 complessivi fa venire i brividi. E il dato non migliora anche se ai 2885 voti dei parlamentari si aggiungono, in via ipotetica, i 1.311 conquistati da Oreste Agosto (già esponente di spicco dei grillini) e i 764 voti di Simona Libera Scocozza che rappresenta la base dei meetup del Movimento. Tutti e tre insieme avrebbero raggiunto, forse, un meno disastroso 7%, ma così non è stato.
Insomma un Movimento che in movimento non è più e che sembra invece essersi definitivamente fermato su posizioni molto limitate, addirittura poco rappresentative in un dibattito politico locale che si appresta ad una gestione di fondi pubblici ed europei come non si era mai visto.