Aldo Bianchini
SALERNO – Le ultime notizie provenienti dalle Ferrovie dello Stato (così si chiamavano una volta, cioè quando la tratta Sicignano-Lagonegro funzionava ancora) molto ben riportate dal giornalista Pasquale Sorrentino (Il Mattino del 17 e 18 settembre 2021), non fanno altro che rafforzare quella che da oltre un decennio scrivo con una certa continuità: “la tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro non s’ha da fare”. E quando lo scrivo non lo faccio con gioia o perversa e sottile ambiguità, l’aver ragione in questo caso e come perdere anch’io una battaglia perché un territorio viene ulteriormente danneggiato, piuttosto lo faccio con una certa autonomia dalle notizie diffuse tanto per fare chiacchiere su un argomento che viene rispolverato ad ogni inizio di campagna elettorale perché la gente sembra crederci sempre, anche perché i vari comitati appaiono sempre più roboanti di prima. Un immenso chiacchierificio basato nulla, senza che nessuno abbia il coraggio di dire la verità.
Un po’ come sta accadendo da qualche mese a questa parte per la questione dell’alta velocità che in futuro assumerà toni sempre più grotteschi. Una lezione per tutti viene, per questo ambito, dall’on. Tommaso Pellegrino (consigliere regionale della Campania e capo gruppo Italia Viva) quando, con grance capacità riflessiva e sulla scorta di una profonda conoscenza dell’ambiente e della storia anche orografica del territorio, nel contesto di un convegno a Sicilì ha detto “Sono favorevole al passaggio dell’alta velocità nel Golfo di Policastro perché è l’unica strada naturale per collegare la Campania alla Calabria”. Affermare questo in pubblico (come nessun altro politico è stato capace di fare) non vuol dire essere contro l’uno ed a favore dell’altro, è dire semplicemente la verità; quella che oggi i politici hanno completamente dimenticato per poter illudere con le loro chiacchiere intere masse di popolazione e per poter tenere buoni gli organizzatori dei vari comitati civici (sempre troppi !!) esistenti nei collegi elettorali.
Ma ritorniamo alla tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro che, come scrissi alcuni anni fa, per lo Stato non s’ha da fare perché sicuramente improduttiva, non solo per la storia dei luoghi e delle cose (anni fa furono favoriti i trasporti su gomma !!) ma anche perché nessun politicante riesce qd avanzare delle ipotesi serie su cui lavorare, senza falsi infingimenti, e con cui suggerire alle Autorità preposte delle soluzioni praticabili, partendo dal fatto che in questo benedetto Paese di trenini speciali ce ne sono diversi e tutti sicuramente, se non improduttivi, ai limiti della produttività: il trenino verde della Sardegna e il trenino rosso dei ghiacciai del Bernina, tanto per citarne alcuni.
Nel corso di una delle tante battaglie pro ferrovia Sicignano-Lagonegro, il 13 agosto 2010, ho scritto: “” … Senza far danno a nessuno ricordo l’interessamento del CAI, del Codacons, di Italia Nostra, dei vari Comuni lungo il tracciato, degli assessori provinciali Giuliano, Paladino, Arenare ed anche del delegato al turismo Luigi Giordano. Ma tutto fino ad oggi è stato inutile, addirittura qualche comune ha divelto o coperto di asfalto i binari nei tratti urbani; insomma da un lato l’apparente interesse pro ferrovia, dall’altro la pragmatica assuefazione all’indolenza delle FF.SS. ed anche, per certi versi, di Provincia e Regione. E’ vero comunque che quel tratto era diventato antieconomico per le FF.SS., ricordo negli anni ’70 il numero veramente ridottissimo di passeggeri tanto che qualche volta su quella littorina non c’erano più di due-tre viaggiatori per volta. Un vero disastro!! Bisogna, quindi, ripensarla quella tratta per ridarle vigore ed anche economicità. Mi viene in mente il famoso “trenino rosso”, quello che da Tirano porta fino a St.Moritz (60 km.) e da lì fino a Thusis (altri 62 km.). Quel trenino è diventato “patrimonio dell’Unesco”. E’ vero che parte dai 429 mt. Slm di Tirano, tocca i 2253 del Bernina, ed approda ai 1900 mt. circa di St. Moritz.
E’ vero anche che costeggia il famoso lago di Poschiavo, scala il massiccio del Bernina, transita lungo il ghiacciaio eterno della Diavolezza, sfreccia nella mitica vallata dell’Engadina con i suoi meravigliosi laghetti e, prima di arrivare a St. Moritz, passa davanti alla famosissima “casa di Heidi” a Maienfeld. E’ vero, infine, che porta tutti i passeggeri a far visita allo “spartiacque del bacino idrografico del Mediterraneo” dove le acque dei ghiacciai vengono separate ed avviate verso il Po e verso il Danubio. E’ tutto vero, d’accordo, la bellezza naturale delle Alpi è impareggiabile, ma un tracciato ideale da Salerno a Lagonegro, fatte le debite differenze, non è da meno. Stazioni di visita ad esempio alla necropoli di Picentia, al Parco Termale di Contursi, alla Volcei di Buccino, alle gole di Salvitelle, ai Monti Alburni, al parco di fragole di Petina, alle grotte di Pertosa, ai centri storici del Vallo di Diano con Teggiano in testa, al battistero di Fonti, alla Certosa di Padula, al parco cerreta di Montesano, e sempre più su fino a Lagonegro …””.
E’ un sogno ?, purtroppo credo di si; e con i tempi che corrono non solo il Vallo non riavrà la littorina ma dovrà presto dimenticare anche l’alta velocità.