VALLO di DIANO: la morte di Daniele … per colpa di un cane … e gli amministratori inerti ?

 

Aldo Bianchini

Daniele Perrupato di Montesano/Marcellana

VALLO di DIANO – L’ombra lunga della morte dispiega nuovamente le sue ali per colpire, attraverso il perverso strumento di un cane randagio, un giovanissimo lavoratore, l’apprendista meccanico Daniele Perrupato di appena 22 anni, che di buon mattino viaggiava per raggiungere l’officina in cui lavorava.

Data così la notizia (come è stata data !!) colpisce l’immaginario collettivo per la sua crudezza che scavalca ogni possibile logica spiegazione.

Difatti non c’è spiegazione logica che tenga, se non incominciando ad innescare un ragionamento semplice per chiamare in ballo la responsabilità collettiva di tutti (dico tutti !!) gli amministratori del Vallo di Diano che da molti anni hanno fatto soltanto chiacchiere senza mai affrontare in maniera radicale il problema degli animali randagi o lasciati in libertà che creano continui pericoli per l’incolumità fisica delle persone. Ormai i branchi di cani randagi, le mandrie di cavalli zingareschi, le processioni di cinghiali e i bovini lasciati in piena libertà non mancano e creano seri pericoli oltre ad impedire anche semplici e corroboranti passeggiate sia a piedi che in bicicletta-

E’ accaduto a me, è accaduto a tantissime altre persone di battere in rapida ritirata di fronte alla presenza aggressiva di detti animali; i cani soprattutto che sono arrivati quotidianamente davanti alle nostre case; solo per offrire un esempio cito il caso della località Caiazzano di Sassano (ma anche in tante altre località) dove interi branchi danno l’assalto a tutto quello che trovano sulla loro strada e dove, purtroppo, tanti privati possessori di cani non capiscono che gli animali hanno bisogno di essere tenuti al guinzaglio, legati o con i cancelli chiusi.

Ho scritto a diversi comuni del Vallo (i sindaci sono la massima autorità sanitaria della comunità), ai responsabili del distretto sanitario dell’ASL di Sala Consilina, alla Comunità Montana ed ai Carabinieri ed ho segnalato il caso anche al Presidente del Parco  questo grave pericolo, descrivendo fatti – luoghi e circostanze; e come me hanno scritto anche tanti altri cittadini; ma non è successo assolutamente niente.

Ed è arrivato il morto, come era prevedibile, come era ampiamente previsto e come si è realmente materializzato la mattina del 10 settembre 2021 con la morte del giovanissimo Daniele, le cui modalità, se confermate dagli accertamenti in corso da parte dell’Arma agli ordini del capitano Cristinziano, scaraventeranno sul capo dei quindici sindaci valdianesi, dei responsabili dell’Asl e delle forze dell’ordine, una responsabilità che peserà come un macigno per sempre.

La pista pedo-ciclabile voluta dal sindaco Paolo Imparato

Non so se qualcuno di voi lettori crederà che da oggi qualcosa cambierà, per conto mio non ci credo, e la morte di Daniele ancora una volta sarà stata vana.

E tutti noi rimarremo attoniti e nell’attesa del prossimo disastro saremo costretti ad ascoltare le sciocchezze (per non dire altro !!) che i nostri politici ci racconteranno anche in questa campagna elettorale.

Ma le responsabilità personali dei tanti amministratori restano e sono pesantissime.

L’altra sera a Monte San Giacomo a margine del comizio elettorale il sindaco ricandidato Raffele Accetta ha sparato a zero contro la Comunità Montana dicendo pressappoco così: “Stavo per avviare a soluzione il problema del canile comprensoriale, mi hanno fatto fuori e la pratica si è subito arenata”; questa cari lettori suona come un’accusa senza appello all’inerzia di un sistema politico-amministrativo senza sbocchi.

I cani orami invadono tutto e tutti; finanche l’ottima pista pedo-ciclabile realizzata a Padula da Paolo Imparato è diventata pericolosa per via dei branchi di cani randagi che si aggirano un po’ dovunque; sicuramente i Carabinieri e i Vigili urbani non sono accalappiacani, ma anche la loro responsabilità è da richiamare all’attenzione di tutti.

 

 

 

 

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