Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Ministra della Giustizia Marta Cartabia a Nisida e a Pozzuoli : La detenzione è come una cicatrice che nel corso del tempo scompare, il dovere di agevolare il reinserimento nella vita sociale.

Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

Nisida 12 settembre 2021 .Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella e la Ministra della Giustizia Marta Cartabia,hanno visitato l’Istituto penitenziario minorile di Nisida e  Pozzuoli . La Guardasigilli ha  ricordato come l’Istituto di Nisida sia il luogo di detenzione speciale, dove l’orizzonte non è interrotto da sbarre alle finestre, ma si proietta in tutta la sua ampiezza verso spazi sconfinati sottolineando come: “Sia un dovere infondere speranza nei detenuti a maggior ragione nei giovani”.Il Presidente della Repubblica   ha risposto ad alcune domande poste dai giovani ospiti dell’Istituto penitenziario. “Ogni comunità che vive insieme ha delle regole così come il gioco del calcio, “Se si sgambetta un avversario c’è una punizione, se lo si fa nell’area, c’è un rigore, e queste regole sono le leggi”. “Le leggi le decide il Parlamento scelte dalla maggioranza dei cittadini, chi non le rispetta crea una rottura nel patto sociale e la comunità reagisce.”  “Ora è vero che la detenzione rimane come traccia nel casellario giudiziario, ma questo non va sopravalutato e non può diventare un marchio che fa emarginare. E’ un po’ quando ci si ferisce e l’organismo agisce per chiudere la ferita”. “Anche io ho una cicatrice di quando avevo tre anni, sono caduto dalle scale e ricordo ancora il dolore per i punti, ma col tempo la cicatrice scompare, e questo è la detenzione, una cicatrice che col tempo scompare”. “Vi sono tante persone che sono state detenute e poi si sono inserite nella vita del paese, la detenzione non è macchia indelebile, ma una cicatrice che scompare”. A Pozzuoli il Capo dello Stato e la ministra Cartabia hanno  incontrato gli operatori della “Fondazione Regina Pacis” diretta al recupero ed al reinserimento sociale di giovani e donne dell’area penale nella Cattedrale del Rione Terra, e dopo aver ascoltato brevi testimonianze sul progetto “Puteoli Sacra” hanno visitato il Museo di Arte Sacra , soffermandosi davanti al quadro di Artemisia Gentileschi.”La detenzione è come una cicatrice che nel corso del tempo scompare. L’importante è che non sia in alcun caso motivo di emarginazione, accantonamento, preclusione”.”Ci sono tante persone che sono state detenute e hanno poi avuto esperienze di successo nella vita; non succede solo nei film. L’importante è che la detenzione non si traduca in una macchia indelebile ma sia una cicatrice che scompare. C’è il dovere di agevolare il reinserimento nella vita sociale”.Lo ha detto il Presidente della Repubblica  rispondendo ad alcune domande dei ragazzi dell’istituto penale per i minorenni di Nisida.”In qualunque comunità in cui si vive insieme vi sono delle regole. Nel nostro paese queste regole sono le leggi, un tempo decise dal sovrano, adesso le decide il Parlamento eletto dai cittadini, quindi sono regole scelte dalla maggioranza dei cittadini. La violazione di queste regole  crea una rottura di questo patto sociale e la collettività reagisce in maniera graduata a seconda della gravità della violazione delle regole. “Vi sono tante persone che hanno avuto esperienze di detenzione e sono inserite pienamente, con successo, nella vita. Quello che è importante è il dovere dello Stato, e io sono qui per riaffermarlo, che questo non si tramuti in alcun caso in una sorta di macchia indelebile”.’’ Io sono il Presidente della Repubblica. Sono anche il vostro Presidente, rappresento anche voi. Io ho il compito, il dovere , l’interesse anche, e l’attenzione di occuparmi e preoccuparmi della vostra condizione, come di quella dei vostri coetanei che sono  fuori da questa isola. E di occuparmi e preoccuparmi anche del vostro futuro’’.‘’Il mio compito è questo: preoccuparmi della vostra condizione e del vostro futuro, così come di quello dei coetanei che sono altrove, in qualunque parte del nostro Paese. E far capire che mi occupo e mi preoccupo anche della vostra condizione’’.‘’Ho visto, insieme alla Ministra, alcuni laboratori in cui siete impegnati. Sono rimasto ammirato dalla qualità dei risultati che consente una proiezione di ottimismo, di fiducia per il protagonismo sociale nel futuro.Vi faccio per questo molti auguri ragazzi, molti davvero, ripetendovi l’apprezzamento per quello che ho visto nell’impegno che spiegate nei laboratori.Auguri ragazzi, davvero con molta intensità e con grande fiducia nei vostri confronti.

 

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