dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)
Roma ,31 agosto 2021.Importanti i temi in programma da discutere al 18° congresso dell’Unione delle Camere penali che si terrà a Roma, dalla riforma Cartabia,alla riforma dell’ordinamento giudiziario. Numerosi ed autorevoli gli ospiti,la Ministra della Giustizia, prof.ssa Marta Cartabia, il Ministro della Giustizia francese, l’avv. Eric Dupond Moretti,il Presidente del Consiglio delle camere Penali, avv. Roberto D’Errico,il Segretario Nazionale UCPI avv. Eriberto Rosso, il Tesoriere avv. Giuseppe Guida. Sono previste due tavole rotonde, la prima moderata dal Direttore della Rivista “Diritto di Difesa”, avv. Francesco Petrelli,dedicata ai temi posti dalla “riforma Cartabia”. Il secondo evento prevede un confronto moderato dal co-responsabile dell’Osservatorio Ordinamento Giudiziario UCPI avv. Rinaldo Romanelli, sui temi della riforma dell’ordinamento giudiziario tra il dott. Nello Rossi, Direttore della Rivista di Magistratura Democratica “Questione Giustizia”, ed il prof. Carlo Guarnieri.La giornata di sabato 25 settembre 2021 si aprirà con la relazione del Presidente uscente avv. Gian Domenico Caiazza, che illustrerà il programma di candidatura sua e della nuova Giunta per il biennio 2021-2023, a seguire l’intervento del Ministro della Giustizia francese Moretti. Nel pomeriggio di sabato 25 settembre si procederà altresì alla consegna del premio giornalistico Massimo Bordin, alla sua seconda edizione dopo la forzata sospensione causa pandemia: il giornalista premiato svolgerà un intervento sul tema dei rapporti tra informazione e giurisdizione. Il Presidente uscente dell’Unione delle camere penali Avv. Giandomenico Caiazza, originario di Salerno,si è laureato in giurisprudenza con una tesi sulla lesione dei diritti della personalità con Stefano Rodotà. Il padre di Caiazza era un democristiano meridionale e un grecista. Traduceva all’impronta qualsiasi pagina gli mettessero davanti, sia in greco, sia in latino. Era preside del liceo Tasso di Salerno quando gli studenti cominciarono a contestare tutto quello che potevano contestare. Il padre difendeva l’ordine, il figlio lo contestava. L’essere democristiano era per Caiazza junior una cosa così lontana da lui che, quando girò voce nello studentato che c’era un ragazzo che votava per la DC, volle subito incontrarlo per capire cosa diavolo girasse in testa a un ragazzo che aveva preso la stessa strada dei loro padri. Lui, al contrario, quando anche il Partito comunista virò in verso il partito di suo padre, se ne andò al Centro Studi Calamandrei, dove Marco Pannella faceva studiare questioni giuridiche come il danno d’immagine, la tutela dell’identità, la lesione dell’integrità personale, che oggi sono pane quotidiano, ma allora erano piena avanguardia del diritto. Un giorno, Pannella lo portò a pranzo in una trattoria abruzzese dietro Montecitorio e gli propose di candidarsi nel partito radicale. Gli disse che, se avesse accettato, avrebbe smesso di essere un avvocato radicale e sarebbe diventato un radicale avvocato. Prima cioè sarebbe venuto il partito, poi le aule dei tribunali. Caiazza si prese quarantotto ore per riflettere. Poi, entrò nell’ufficio di Pannella a via di Torre Argentina e gli comunicò la scelta: «Resto un avvocato radicale».