Aldo Bianchini
SALERNO – Un minuto dopo le dichiarazioni del governatore della Campania on. Vincenzo De Luca sul palco della ”Festa del PD” di Bologna, di nuovo tutti a pensare e credere che il kaimano della politica nostrana voglia scalare le alte vette del Partito Democratico lanciando un’ OPA proprio nell’area considerata l’ombelico generazionale del partito: Bologna.
Purtroppo non facciamo mente locale e facilmente dimentichiamo che De Luca già più volte in passato ha evidenziato chiari momenti di feroce critica verso il suo partito ma, a mio modo di vedere, non lo ha mai fatto volutamente in direzione della conquista di qualche poltrona di prestigio nella “casa romana” del PD; è un obiettivo che non gli interessa, sa bene che a Roma rimarrebbe anche lui spiazzato su tante cose che, ovviamente, non possono essere gestite alla deluchiana maniera. Da Roma, il governatore, vuole ben altro: rispetto e approvazione per la sua azione politica; l’assicurazione di un ruolo preciso nel partito ma non diretto, semmai affidato al figlio Piero che già di suo si sta lentamente posizionando; garanzia sulla continuità di governo della regione e della città di Salerno.
Insomma, come dire, un’idea precisa e assolutamente condivisibile di gestione del potere politico-amministrativo attraverso idee cristallizzate in punti ben precisi (i suoi sono almeno tre) esattamente come quei tre punti che mancano al Partito Democratico, il partito del nulla (dice De Luca): la sicurezza (totalmente lasciata a Salvini), la palude burocratica e l’abuso d’ufficio, e il Sud (che ancora non ha un’agenda precisa e dettagliata).
De Luca, quindi, non preannuncia la sua scalata al partito ma mette tutti in riga, e fa benissimo, sulle sue personali capacità di svolgere addirittura un preciso ruolo di indirizzo del partito su questioni di largo respiro, dimenticando rapidamente l’ossessiva ricerca del nemico nel nome di Salvini; se un soggetto politico riesce ad influenzare un partito come il PD vuol dire che lo governa, ed a quel punto andare a fare il segretario nazionale potrebbe anche apparire riduttivo. Oltretutto il PD si ritrova malauguratamente con un segretario che appena si sveglia al mattino la prima parola che pronuncia è “Salvini”, come se attaccando Salvini potessero essere risolti tutti i problemi non solo del partito ma dell’Italia intera.
Dico questo anche perché nessuno ha sottolineato una particolarità nella vita politica di Vincenzo De Luca; nel bene o nel male nei momenti decisivi si ritrova sempre ad essere intervistato da Lucia Annunziata (sarnese di nascita ma salernitana d’adozione e di studi); le interviste tra di loro mi sembrano, spesso, delle pantomime, intese come una serie di gesti vivaci o addirittura concitati, per comunicare con altri senza che i presenti se ne accorgano.
Annunziata e De Luca si conoscono da una vita (il papà di Lucia è stato per decenni l’anima della segreteria provinciale di Salerno del PD) ed hanno elaborato la loro conoscenza anche alla luce del rapporto di parentela che esiste tra la giornalista e l’ex assessore Alfonso Buonaiuto (scomparso nel nulla); non so quanti ricordano l’intervista del 2015 fatta a tre (Annunziata, de Luca e Caldoro) nella campagna elettorale per la regione; agli osservatori superficiali apparve come un duro colpo dell’Annunziata contro De Luca; qualche giorno dopo la conduttrice televisiva richiamò a se soltanto De Luca che apparve come ingigantito rispetto all’avversario Caldoro, e De Luca vinse le elezioni.
Da Bologna, oltretutto, De Luca sferra un preciso attacco anche alla ministra per il SUD, Mara Carfagna, sul cui destino non è stato ancora approvato un piano di lavoro preciso e inattaccabile.
Insomma, lo si voglia o no, Vincenzo De Luca si pone sempre di più come il personaggio politico di riferimento per tutto il mezzogiorno (anche con l’aiuto di Michele Emiliano), e non è poco.
Dopo quest’ultima intervista fatta nell’ombelico del PD riuscirà De Luca a vincere questa ennesima sfida ? Lo sapremo dalle cronache dell’immediato futuro.