Aldo Bianchini
SALERNO – Che tutti i radicali d’Italia siano appassionatamente innamorati della loro creatura principale “Radio Radicale” (ora addirittura trasmette su canali stereofonici) è noto a tutti; una voce libera in assoluto in un mondo della comunicazione troppo spesso ben prezzolato.
Capisco che i Radicali hanno consentito a questo Paese di raggiungere, in molti casi, alti livelli di civiltà sociale; comprendo tutte le battaglie ancora in piedi (carceri, droga, fine vita, ecc.) e ho fortemente condiviso l’ultima che riguarda la riforma vera e seria della giustizia; ma sono costretto, purtroppo a turarmi il naso di fronte ai capovolgimenti strani ed incomprensibili degli schieramenti adottati per quanto riguarda il posizionamento politico dell’intero movimento.
Per questo sono rimasto basito nel leggere l’ultimo comunicato stampa di Donato Salzano che dice tutto e il contrario di tutto; parte è vero dalla citazione di una “giustizia giusta” e condivisa ma finisce con il vero obiettivo del proclama: schierarsi con il nuovo presunto centrosinistra nelle prossime elezioni amministrative per il Comune di Salerno.
Difatti Salzano scrive: “Siamo lieti che un nostro contributo più che decennale all’azione di governo della città sia stato fatto proprio da Elisabetta Barone. Quel Garante dei diritti delle persone private della libertà personale rimasto lettera morta dello Statuto Comunale, abbandonato a se stesso irresponsabilmente senza attuazione. In attesa appunto di un segnale di discontinuità con le precedenti amministrazioni”.
Per carità ognuno ha il diritto sacrosanto e inalienabile di schierarsi con chi vuole e, se del caso, anche di cambiare; ma nella fattispecie ci sono problematiche di fondo, a dir poco ideologiche, che impediscono ad esempio una proficua comunione di intenti tra i Radicali e i neo centrosinistroidi della Barone partendo proprio dalla giustizia e su come riformarla.
A me che non sono esperto di politica praticata e metodologicamente politicante sembra molto strano che fin dal primo giorno dopo le elezioni di Salerno Donato Salzano riesca a mettere seduti allo stesso tavolo i leghisti con i centrosinistroidi staccatisi di recente dal centro sinistra che, nella realtà, almeno dal 1993 a Salerno non esiste se non li vuole immaginare come espressione pura dei deluchiani, per una battaglia sulla giustizia che li pone in posizioni diametralmente opposte.
Ma la stereofonia tra Donato Salzano e Elisabetta Barone è continuata con un’altra frase sibillina inserita nel comunicato stampa dei Radicali: “Dopo il recente incontro con Donato Salzano è risultata evidente la consapevolezza di entrambi che la battaglia per una Giustizia Giusta sia l’unica vera questione sociale che vede coinvolti direttamente o indirettamente milioni di cittadini”.
Frase sibillina in quanto può essere letta almeno in due modi diversi perché allude, simbolicamente, ad una giustizia giusta che tutti dicono di volere e che tutti intendono raggiungere per strade completamente diverse ed antitetiche. Ed è sotto gli occhi di tutti lo scontro durissimo e quotidiano in sede nazionale tra centro sinistra e centro destra in materia di giustizia giusta.
Pensare, ad esempio, ad un giorno post elettorale in cui la Barone (non si sa se da sindaco ovvero se da consigliere comunale) possa presentarsi ai tavoli Radicali/Lega per la sottoscrizione dei quesiti referendari mi risulta davvero molto difficile, a meno di miracoli che la politica (soprattutto quella politicante) ci riserva ad ogni sua mossa.
Al momento è meglio pensare che l’aggancio Barone/Salzano sia soltanto una furbesca mossa pre-elettorale dei radicali per non rimanere fuori dai giochi, da tutti i giochi.
Nulla di nuovo sotto il sole. Sono stato anch’io un radicale iscritto al partito. Un anno è bastato per capire che non c’era molta differenza con gli altri.