Aldo Bianchini
ISPANI (SA) – L’arte, la storia e la natura sono state da sempre, per il professore Nicola Femminella (nato a Sassano e residente in loc. Policastro del Comune di Ispani), le linee guida di una vita dedicata (dopo la famiglia) interamente alla formazione scolastica e culturale dei giovani che in alcuni casi ha accompagnato per un lungo tratto della loro vita.
Professore per scelta di vita, scrittore non per caso, filosofo incallito; questa in stretta sintesi la rappresentazione letterale della figura del prof. Femminella che da qualche decennio sta illuminando la cultura del nostro tempo che (a partire dagli Alburni, dal Cilento, dal Golfo di Policastro e dal Vallo di Diano) è riuscito a far tracimare dagli stretti confini territoriali e locali a quelli nazionali ed anche internazionali. Un successo salutato da alcune premiazioni a New York per il suo libro “I cavalieri con la valigia di cartone” incentrato sul fenomeno della grande emigrazione dal Mezzogiorno d’Italia verso gli Stati Uniti d’America. Un’opera costruita con racconti ai limiti della perfezione descrittiva ed anche emotiva che gli è valso il titolo di “uomo dell’anno” conferitogli dal prestigioso circolo culturale italo-americano “San Rocco – Glen Cove” (cittadina nello Stato di New York-isola di Long Island, gemellata con Sassano e con Sturno).
Del professore Nicola Femminella si potrebbero, naturalmente, scrivere tantissime altre cose; oggi mi fermo sull’ultima sua imponente opera letteraria e fotografica, data alle stampe dall’editore “Grafiche Zaccaria” di Lagonegro; un lavoro colossale costruito nel tempo (iniziato nel dicembre 2013 e concluso nel 2020 nonostante il covid) e distribuito su circa 800 pagine raccolte in due volumi che, grazie al lavoro di Lucio Mori (coordinamento, impostazione e sviluppo grafico) e di Michele D’Alessio (scenografia e sviluppo fotografico), sono stati impreziositi in un apposito cofanetto dove fanno bella mostra in tutto il loro splendore tipografico.
L’autore Nicola Femminella, sempre molto chiaro e dialetticamente coinvolgente, ha così spiegato le motivazioni alla base della decisione per questo importante lavoro che dovrebbe poter esercitare un forte richiamo non solo per chi ascolterà la sua eco ma anche per tutti quelli che vorranno viaggiare insieme all’autore alla riscoperta dei tantissimi tesori, nascosti e sconosciuti ma presenti nelle nostre terre; quelle dei Lucani e dei Sanseverino:
- Lo sviluppo socio economico e culturale delle popolazioni antiche e odierne che hanno abitato le terre lucane e sanseverinesi;
- La riscoperta dei patrimoni artistici e naturalistici esistenti ma sconosciuti;
- La civiltà dei lucani che dal quinto al secondo secolo a.C. ha realizzato e lasciato luminose scie nel patrimonio artistico dell’epoca;
- Lo studio della casata dei Sanseverino, una delle più illustri e potenti del Meridione d’Italia.
Per fare tutto questo l’autore, accompagnato dai suoi fedelissimi Mori e D’Alessio, ha percorso in lungo e in largo, vicolo per vicolo e chiesa per chiesa, i 56 paesi ricompresi nel distretto “Alburni – Cilento – Golfo di Policastro e Vallo di Diano”, seguendo sempre le sue tre idee-guida incentrate sull’arte, sulla storia e sulla natura delle singole realtà locali.
Con alterne fortune il prof. Femminella, che a volte non ha ricevuto il necessario appoggio delle istituzioni, ha attentamente scrutato le origini e le vicende storiche dei nostri borghi (chiese, le mura degli abitati, le fabbriche elevate, i patrimoni di arte varia a noi pervenuti e visibili. gli assi viari tracciati e resi praticabili nel tempo, i terreni strappati alle selve impenetrabili, il profilo delle montagne, le acque dei fiumi rese utili e sottratte ad allagamenti ed a frane e malaria, il contesto naturalistico, i paesaggi, le luminosità del cielo, i colori dei luoghi, le specie botaniche e faunistiche) con le lenti degli esperti e con la sua personale grande curiosità del viaggiatore; non più con la valigia di cartone ma con un enorme bagaglio immateriale fatto di cultura e di interesse scientifico.
Visibilmente commosso ma per niente affaticato dall’immane lavoro svolto, così Nicola Femminella si è avvicinato alla “prima presentazione pubblica” della sua opera “Tesori nelle terre dei lucani e dei Sanseverino” svoltasi il 2 agosto scorso nell’incantevole scenario di Villa Olga di Ispani a poca distanza da dove, nel suo riservato “buen-retiro”, lo scrittore ormai vive da qualche decennio.
Le cronache raccontano di una serata speciale, impreziosita da una folta presenza di pubblico che fino a tarda sera ha sommerso di applausi l’ottima riuscita dello sforzo unico e convincente del professore che non si è sottratto all’invito dei presenti di raccontare, per grandi linee, il suo viaggio nella realtà socio-culturale di una zona di territorio a sud di Salerno che da sempre lamenta lo stato di parziale abbandono in cui è stata lasciata dalle autorità istituzionali e politiche.
Molto qualificata la presenza dell’amministrazione comunale di Ispani con il sindaco Francesco Giudice e il consigliere con delega alla cultura ed alla scuola Antonio Ionnito.
Una serata, ripeto, straordinaria che è stata brillantemente condotta dal noto giornalista-scrittore e docente Gaetano Bellotta, molto noto alle popolazioni locali.