Ha avuto grande rilievo la notizia del contributo di 33milioni concesso dal Governo al nostro Comune per agevolare il rimborso delle anticipazioni di liquidità concesse dalla Cassa Depositi e Prestiti. Mutui assunti negli anni, in assenza di soldi in cassa, per pagare debiti ‘scaduti’ verso i fornitori. Veri e propri disavanzi quantificati dall’Anci in 132milioni di euro a fine 2019 ai quali vanno aggiunti altri 68milioni concessi nell’ultimo anno.
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 80/2021, aveva stabilito che il rimborso doveva essere disposto con rate triennali, non trentennali, e comunque entro la scadenza del mandato della Giunta Comunale. Applicando questo criterio con riferimento all’ultimo Consuntivo approvato del 2019, l’Anci aveva attribuito al nostro Ente il quarto posto in Italia per rischio dissesto.
L’intervento è stato presentato come ‘straordinario’ e in grado di assicurare ‘grande serenità’.
Non è il caso di approfondire gli aspetti tecnici. E’ però necessario precisare che il sostegno offerto dallo Stato agli Enti ‘meno virtuosi’, pari a 660milioni di euro, è stato ripartito applicando il rapporto matematico tra l’incremento del disavanzo 2019, ricalcolato con la sentenza, e l’entità delle entrate correnti. Ebbene, per il nostro Comune, che aveva dichiarato un Disavanzo di Amministrazione ‘enorme’, pari a – € 195.660.888,65, il parametro è stato del 66,89%.
Per questo, l’importo ‘straordinario’ ricevuto è frutto dello squilibrio ‘straordinario’ presente nei conti, non della intercessione del politico De Luca jr per difendere la Comunità da una grande calamità frutto di destino avverso. Anzi, dovrebbe spiegare perché si è giunti a tanto.
Circa la natura del contributo, dopo aver premesso che il Governo ha spostato i termini di rimborso del maggior disavanzo a 10 anni, l’Anci ha precisato che l’importo è destinato a sostenere l’equilibrio corrente e non può essere utilizzato per il rimborso dei debiti che dovrà essere assicurato con le risorse correnti, cioè con le entrate ordinarie.
In sintesi, l’importo serve a offrire margini di manovra per non soffocare. Peraltro, le entrate del 2020 e del 2021 sono diminuite enormemente al punto da aver indotto alle nuove anticipazioni per 68milioni delle quali le nuove disposizioni non hanno tenuto conto e che peseranno ulteriormente sulla finanza comunale. Ci saranno entrate sufficienti a pagare le rate future?
Gli squilibri dell’Ente non vengono sanati con i 33milioni ed appare ben difficile assicurare, con essi, l’ampliamento dei ‘servizi alla persona’ che risultano sempre più inadeguati alle necessità. In tal senso, la decisione assunta nel Consiglio del 26 scorso appare grave e drammatica, perché si è deciso di vendere tutto: gli stabilimenti balneari su via Clark, che sono demaniali, le residue aree verdi su Sala Abbagnano, i suoli di via Vinciprova e via Mazzini, Cupa Siglia, la Fattoria di Eboli, appartamenti e negozi che costituiscono la ricchezza di tutti i salernitani.
Così, dopo aver portato al dissesto il Comune, costringendo noi cittadini a pagare tributi locali al terzo posto in Italia, vengono sottratti ai nostri figli i valori immobiliari dei residui beni comuni con la sola finalità di coprire spese causate da investimenti scellerati, incapacità progettuali e scelte operative di cui sono responsabili tutti i rappresentanti della Comunità.
Avv. Oreste Agosto – La Città dei Semplici – Ali per Salerno
lacittadeisemplici@gmail.com
Ad essi, era stato assegnato il compito di tutelare gli interessi della Città, non di condurla al disastro con un carico di debiti finanziari quantificabile in oltre 400milioni e di debiti complessivi per oltre 620milioni. Cifre incredibili, per una realtà economicamente debole e in decrescita demografica avendo perso oltre 5.300 residenti in cinque anni.
Per fortuna, ci vuole poco a riconoscere le bugie. Da sempre, hanno le gambe corte.
Realizzare la ‘Città del buon governo e della buona vita’ è possibile. Proviamoci, tutti insieme, finché siamo in tempo.
Salerno, 31/07/2021
Avv. Oreste Agosto