Aldo Bianchini
SALERNO – Da quando Vincenzo De Luca è in politica, al di là della continuità, ha dato a tutti gli altri sempre punti e distanze incolmabili; dopo una prima parentesi di vita pubblica nel sindacato con le grandi lotte contadine anche nel Vallo di Diano sembrava essersi eclissato nelle segrete stanze della segreteria provinciale del Partito Comunista per concludere la sua vita pubblica in maniera pacata e lontano dall’esposizione mediatica. Invece, in quegli anni, De Luca (insieme al suo ex fedelissimo Mario De Biase nella qualità di “scrivano – centralinista e archivista) si sottoponeva ad un ciclo serrato di studio delle radici della politica territoriale e non solo e, soprattutto, nell’annotazione metodico-scientifica di tutte le “note caratteriali” dei suoi tantissimi potenziali avversari che sono tuttora sul palcoscenico. Un po’ come facevano e fanno i Carabinieri delle varie stazioni territoriali che annotano tutto di tutti (anche gli incontri al bar !!) in cartelle assolutamente segrete e misteriose da tirare fuori nei momenti opportuni. E così, soltanto così, arriva prima degli altri, sempre.
Ecco perché De Luca, oggi dopo virulenti battaglie contrapposte, si scioglie in un suggerimento in favore della possibile alleanza tra il PD e il Mov.5 Stelle basando la sua uscita, nel contesto della Festa dell’Unità di Napoli, sulla mitica parola d’ordine: “riformista”.
E detta le regole: “Occorre avviare un percorso ambizioso di tendenziale unificazione verso un’unica forza politica, che sia un partito democratico occidentale, un partito riformista vero … che serve a dare forza «a un partito comunque rimasto inchiodato al 19-20 per cento da mesi e senza identità”.
Ma il PD è davvero un partito riformista ? sembrerebbe di no se il suo segretario nazionale rincorre, come nell’acchiapparello (vecchio e desueto gioco per bambini), il segretario nazionale della Lega su ogni questione già persa; ma De Luca ha altre risorse ed invita, giustamente, il leghista a leggere qualche libro prima di parlare. Ma a questa domanda (il PD è davvero riformista) Vincenzo De Luca non risponde, anzi il problema non se lo pone proprio, per lui è necessario soltanto condizionare e spaventare i suoi avversari senza neppure far ricorso al suo mitico e metodologico archivio.
Non sa, De Luca, che mentre lui parla alla Festa dell’Unità sbaragliando e stupendo tutti, a Salerno la potenziale candidata a sindaco prof.ssa Elisabetta Barone risponde alle domande del giornalista de Il Mattino e dice: “Sono un educatore prestato alla politica. Sono anche un filosofo che ha dedicato molto tempo della sua vita allo studio dell’utopia e della speranza, della traduzione del sogno utopico in realtà concreta … Il M5S ha riflettuto a lungo sull’adesione alla coalizione che rappresento. Quando ha cominciato a capire che intorno a me effettivamente si aggregavano via via diverse formazioni del mondo politico e della società civile ha ritenuto che ci fossero i presupposti per scendere in campo e aderire a un progetto condiviso. A me non interessa sostituire la nomenclatura politica, bensì modificare il sistema attuale dando spazio ai cittadini che attualmente non hanno voce … Io sono una credente che ha avuto una lunga esperienza di militanza attiva nell’Azione Cattolica e negli organismi di partecipazione ecclesiale, ricoprendo anche incarichi diocesani. È chiaro che sono espressione anche di questo mondo, ma ciò non ha a che vedere con alcuna forma di collateralismo … Salerno vive un periodo di criticità importante, visto che i dati Istat la collocano all’ultimo posto per qualità della vita … Lo sviluppo di Salerno in questo momento è a misura di vecchi. Un numero considerevole di giovani va via dopo il diploma, o per studio o per lavoro … Non entro nella questione giudiziaria, ma il Crescent non mi piace, è brutto. È un pugno nello stomaco in un luogo che poteva avere un’altra architettura”.
Cosa dire, a Napoli De Luca firma l’alleanza per sostenere il candidato grillino, a Salerno l’unica donna candidata a sindaco riesce a piegare agevolmente i Cinquestelle ai suoi voleri pur non avendo un progetto vero e proprio per la rinascita della città; difatti quello esposto dalla barone nell’intervista sembra più mutuato da internet che un programma ideato e voluto in proprio.
Ecco perché, mi sono chiesto, Vincenzo De Luca a Napoli può fare alleanza ed a Salerno può ostracizzare i suoi nemici di sempre che appaiono allo sbando senza un’idea precisa della città e senza un vero candidato da opporre ai deluchiani che, dopo le dichiarazioni della Barone, sentono di essere ancora più forti.
Ma la politica è comunque strana e tutto può accadere; tutti devono tener conto che spostare il baricentro politico da Marx a Giggino passando per Toninelli i rischi sono altissimi; come mi ha suggerito il mio amico Angelo Giubileo nel propormi il titolo di questo articolo.