Aldo Bianchini
SALERNO – Lo scorso lunedì (19 luglio 2021) è stato presentato in pompa magna, come il caso richiedeva, il grande progetto del nuovo “PalaSalerno” ovvero il palazzetto dello sport di Salerno al posto di quello che doveva sorgere nei pressi del multisala Mediaset nelle vicinanze della Colonia San Giuseppe sul litorale Salerno.
Per il “PalaSalerno” si conosce il finanziamento di circa 27 milioni di euro, il numero degli spettatori in 5.300 a sedere sulle tribune + 1200 intorno al parterre, la realizzazione di almeno dieci palestre utili per vari sport e la sua immagine a metà strada tra il mare e i monti in una sorta di dinamismo adattabile all’orogrofia del posto dove sorgerà; posto non ben definito. All’interno troveranno posto, oltre alle funzioni strettamente connesse all’evento sportivo anche destinazioni terziarie, congressuali e ludiche; si punta insomma a realizzare una struttura polifunzionale e flessibile, per consentirne un utilizzo più ampio possibile anche durante la settimana.
Non si può che plaudire alla grande iniziativa, peraltro sembrerebbe già ampiamente finanziata, utilissima non solo alla città ma anche a tutto il territorio provinciale. Sempre che vada in porto ed a buon fine; perché il rischio c’è ed è fortissimo che vada a finire come l’ormai desolante vecchio palazzetto o, peggio ancora, come lo stadio D. Vestuti (anche lì dovevano esserci parcheggi, decine di palestre, pista per l’atletica di avanguardia e servizi vari).
Sarebbe davvero auspicabile che il PalaSalerno non facesse la fine dei citati palazzetto dello sport e stadio Vestuti per i quali sono stati pagati numerosi progetti (per il Vestuti almeno tre, di cui due fatti dallo stesso studio tecnico) senza aver avuto la possibilità di vederli realizzati se non nella fantasia pre-elettorale, e da campagna elettorale, che viene pervicacemente esercitata da chi governa la città ogni volta che si va al voto. Addirittura qualche settimana fa è stata annunciato l’inizio dei lavori del Vestuti per una sua parziale ripresa funzionale.
Che volete, non c’è niente da fare, io non ci riesco a presentare le opere pubbliche annunciate come opere già fatte, visibili ed usufruibili da tutti noi; per farlo dovrei innanzitutto mettere in discussione tutto quello che ho già visto in questo secondo dopoguerra e poi dovrei castrare il mio modo di pensare che è semplicemente incentrato sulle cose reali con grande pragmatismo.
Per questo mi meraviglio, e non poco, che due personaggi politici salernitani (che pure rispetto) del calibro di Antonio Cammarota e Roberto Celano riescano soltanto a parlare, anch’essi, in maniera politichese: dal primo Antonio Cammarota è arrivato l’invito a non usare a fini politici il progetto: «ne abbiamo bisogno e lo merita lo sport cittadino. Restano delle perplessità, rispetto a modi e tempi. Auspichiamo che non sia, dunque, una manovra elettorale per lanciare un paracadute all’amministrazione»; e dal secondo Roberto Celano, “In cinque anni non sono stati capaci di realizzare uno skate park, sollecitato più volte dall’opposizione ed ora, in campagna elettorale, ancora una volta annunciano ed inaugurano il progetto di un Palasport, è accaduto già una decina di volte.
Neanche loro, purtroppo riescono ad allestire una opposizione in piena regola unendo gli sforzi con l’unico obiettivo di contribuire alla famosa “svolta di Salerno” sempre evocata dalla maggioranza silenziosa della città e mai concretamente portata avanti con fatti certi, mirati, rapidi e ravvicinati.
Solo chiacchiere per chi,ingenuamente o in perfetta malafede, crede ancora in chi “governa” questa città…