Aldo Bianchini
SALERNO – La fantasia giornalistica, secondo me, non ha limiti; spesso la sperimento e la utilizzo anche io (non sono esente da peccato !!) nella composizione dei miei articoli. Ma arrivare a scrivere “Ha sussurrato a Dio e parlato, con voce piana, agli uomini del suo tempo” mi sembra davvero un po’ esagerato ed anche esasperato come pensiero; chi ha scritto questa cosa paragonando, forse, il sacerdote don Comincio Lanzara all’uomo che sussurrava ai cavalli (omonimo grande film del 1998 con Robert Redford e Scarlett Johansson) molto probabilmente non ha mai conosciuto a fondo il mitico “segretario-consigliere di ben quattro (+ uno !!) arcivescovi” (Moscato, Pollio, Grimaldi e Pierro) caduto in disgrazia più per colpa del quinto (Mons. Luigi Moretti che aveva appena iniziato a servire) che per opera del pm Roberto Penna (di recente coinvolto in un dramma giudiziario). Contrariamente a quanto scritto da qualcuno non ha mai, neppure con il pensiero, servito l’attuale arcivescovo Mons. Andrea Bellandi.
Per quanto mi riguarda “don Comincio” (deceduto all’alba dell’ 8 luglio 2021 nella sua casa salernitana in Piazza Abate Conforti), da uomo e sacerdote terreno, non ha mai sussurrato a Dio e neppure ha parlato con voce piana agli uomini del suo tempo; non ne aveva bisogno !!, ha semplicemente amministrato con grandissima abilità e perspicacia l’immenso potere temporale della Chiesa salernitana ed il suo ramificato ed amplissimo patrimonio immobiliare, riuscendo ad elevarsi a punto di riferimento imprescindibile sia per gli Arcivescovi che per tutti i sacerdoti dell’enorme diocesi.
E’ stato sicuramente prima un uomo di potere e poi un sacerdote che ha riempito di contenuti spirituali, politici, umani e materiali la Curia di Salerno che conosceva al millimetro non solo nella sua struttura muraria ma anche nella sua vasta organizzazione centrale e periferica; lo avevano capito Moscato, Pollio, Grimaldi e Pierro; non poteva capirlo Moretti che era venuto a Salerno, come da specifico mandato romano, per fare piazza pulita di tutto quello che Pierro e Lanzara avevano rappresentato per la città di Salerno e della sua diocesi. Ed è proprio questa in definitiva la buccia di banana sulla quale scivolò pesantemente Mons. Moretti che pur di allontanare don Comincio si tuffò negli intrighi perversi della Curia annegando nella famigerata rivolta dei portatori di San Matteo; se avesse avuto al suo fianco il segretario per antonomasia tutto questo non sarebbe successo e Moretti starebbe ancora lì al suo posto.
Per non dilungarmi troppo (ci saranno molte occasioni in futuro per continuare a parlare del sacerdote-segretario-consigliere) ricordo soltanto che ho conosciuto direttamente don Comincio nel 2006 in occasione di una manifestazione organizzata dall’Esercito Italiano nella Caserma Angelucci; la tempesta Angella Home era già iniziata e, quindi, tutti i giornalisti (giornali e tv) accerchiavano don Gerardo Pierro per le interviste di rito e per afferrare le ultime notizie. Io mi fermai al fianco di don Comincio che schiettamente mi disse: “Come mai non andate anche voi dall’arcivescovo ?”; gli risposi che a me interessava lui come persona e come pensiero, e dissi anche: “Il vero uomo di potere in Curia è lei, non l’arcivescovo”. Il colloquio si concluse con poche sue parole: “Vi chiamo, voglio spiegarvi tutto”, e mi chiamò.
Non so se furono queste poche parole di un brevissimo colloquio, ma da allora e fino a diversi mesi fa sono rimasto sempre in contatto con don Comincio, spesso sono stato a casa sua, abbiamo anche cenato insieme (da soli !!!) più volte nel riservatissimo “Ristorante del Mare” in Via Ligea; e diverse volte l’ho incontrato insieme a Mons. Pierro nella villa che quest’ultimo occupa a Pontecagnano vicino al Seminario intitolato a Papa Giovanni Paolo II.
Li ho seguiti e difesi strenuamente lungo tutto l’arco della loro triste vicenda giudiziaria dell’Angellara Home; tanto da meritare una citazione ben precisa in uno degli ultimi libri scritti da Mons. Pierro.
Ma don Comincio nei miei confronti ha fatto di più; mi ha consegnato due dossier (oltre duecento pagine complessivamente) che illustrano “metodologicamente” tutto ciò che di perverso è accaduto nella Curia salernitana a partire dai primi anni duemila; un racconto incredibile che ha trovato pieno riscontro nei fatti che soltanto oggi è possibile analizzare alla luce di quanto realmente accaduto dal 2005 al 2010 (defenestramento di Pierro) e anche nell’ultimo decennio.
Non so se questi due dossier potranno interessare a qualcuno in particolare; so per certo che sarebbero di grande interesse per l’arcivescovo Mons. Bellandi se ha voglia di capire su quale vespaio è seduto; e per la magistratura se ha voglia di rimettere ordine nelle tante vicende umane, economiche e giudiziarie degli ultimi venti anni della Chiesa salernitana.
Mentre il mio pensiero va alla memoria di don Comincio Lanzara, uomo-sacerdote dalle incredibili doti umane e intellettuali, Vi dò appuntamento al prossimo articolo.