Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)
Roma,12 luglio 2021 . Semplificare le leggi tributarie e migliorare il rapporto fisco – contribuenti, la pressione fiscale è troppo alta in Italia,la legge delega sulla riforma fiscale, un’iniziativa fondamentale per il futuro del paese è complessa. Il fisco è un tema non semplice per le forze politiche perché non trovano facilmente una mediazione in un governo di grande coalizione. La Commissione Finanze della Camera dei Deputati, ha concluso una approfondita indagine “sulla riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario”. Nel documento conclusivo, vengono identificati gli obiettivi della riforma ,crescita, semplificazione e certezza e gli strumenti per perseguirli: in particolare, viene posta grande attenzione sulla riduzione dell’aliquota media dell’Irpef ,specie per i redditi medi, nella fascia 28-55 mila euro e la necessità di razionalizzare i bonus,le deduzioni e le detrazioni, ovvero la “giungla” delle aliquote marginali effettive. Quindi vi è la semplificazione dell’Ires, il superamento dell’Irap e molti altri interventi. Temi che se recepiti in un disegno organico, possono contribuire a migliorare l’attuale sistema tributario. Il problema è dove trovare le necessarie coperture per far fronte al minore gettito? E quali deduzioni e detrazioni dovranno essere eliminate? In pratica il documento conclusivo approvato dalla Commissioni finanze di Camera e Senato al termine dell’indagine conoscitiva sulla riforma fiscale è una semplice base di partenza per il lavoro che attende nelle prossime settimane il Governo, il Parlamento e la Commissione tecnica di nomina governativa. Il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, Massimo Miani, sottolinea come “le linee guida fissate dal testo approvato coincidano in gran parte con le priorità che avevano indicato nel Manifesto per la riforma fiscale, tra le quali figurano la richiesta dell’abrogazione dell’Irap, il ripristino dell’equità orizzontale e verticale dell’Irpef, l’avvicinamento tra bilancio civilistico e fiscale, ed ancora una riscossione più efficiente e meno costosa, la codificazione tributaria e l’elevazione al rango costituzionale dei principi fondamentali dello Statuto del contribuente, un rapporto fisco-contribuenti più equilibrato e un sistema sanzionatorio più proporzionale”.“Siamo di fronte ad una sfida impegnativa che imporrà a tutti la ricerca ostinata di un punto di equilibrio tra posizioni anche molto diverse. Ma siamo convinti che l’opportunità di giungere dopo decenni ad una riforma organica del nostro sistema fiscale non vada assolutamente sprecata. La categoria dei dottori commercialisti e revisori contabili è pronta a fornire il suo contributo di idee e proposte e auspica un coinvolgimento diretto in questo percorso”. L’esecutivo, che presenterà il testo forse entro il 31 luglio 2021, viene invitato dal parlamento a lavorare con l’obiettivo di abbassare lo scaglione Irpef “medio”, quello che colpisce il ceto medio (tra 28.000 e 55.000 euro). Possibili anche abolizione dell’Irap e il secondo acconto delle imposte a rate. Il piano prevede anche meno tasse sul lavoro, semplificazioni, rivisitazione del rapporto tra cittadini e amministrazione finanziaria, nuova lotta all’evasione, abbassamento dell’Iva ovvero “semplificazione e possibile riduzione dell’aliquota ordinaria attualmente applicata”. Addio anche alle microtasse, dal superbollo alla tassa sul rumore degli aerei. Forse la riforma fiscale dovrà vedere luce,- grazie alla delega all’esecutivo, entro e non oltre il 31 luglio 2021? Con ogni probabilità ci dovrebbe essere l’addio allo scaglione Irpef “di mezzo”. Nel testo elaborato dalle commissioni di camera e senato è scritto che il governo dovrebbe puntare a “ridefinire la struttura dell’Irpef”, con un abbassamento dell’aliquota media effettiva con particolare riferimento ai contribuenti nella fascia di reddito tra i 28.000 e i 55.000 euro (l’aliquota del 38%). La modifica dell’Irpef riguarderà anche la razionalizzazione delle detrazioni fiscali, che potrebbero trasformarsi in spese pubbliche ed essere riconosciute come erogazioni dirette in caso di pagamento con carte o bancomat. Invece di aspettare la presentazione della dichiarazione dei redditi, il contribuente potrebbe ricevere subito la somma riconosciuta.Potrebbe essere abolita l’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, introdotta negli anni novanta come strumento di semplificazione e razionalizzazione? Il gettito legato all’Irap sarebbe assorbito in tributi già esistenti, come l’Ires.Sul fronte delle partite Iva c’è la proposta di rateizzazione del secondo acconto delle imposte sui redditi per le partite Iva e i lavoratori autonomi. “Nei prossimi mesi la riforma del sistema fiscale sarà un passaggio strategico: il fisco italiano ha bisogno di ridisegno complessivo che consenta da un lato di renderlo più moderno e orientato alla crescita e dall’altro di rimuovere una serie di distorsioni ed inefficienze che si sono accumulate nel tempo”. Lo ha detto il ministro del Tesoro, Daniele Franco, nel corso del suo intervento all’assemblea generale di Assolombarda. “Occorre un’opera di razionalizzazione delle tante forme di prelievo oggi esistenti . E’ fondamentale concentrare le risorse sulla riduzione del prelievo sui fattori produttivi, il cuneo sul reddito da lavoro è particolarmente elevato ed è un ostacolo alla crescita delle imprese e dell’occupazione. E’ cruciale la lotta all’evasione”.