da Anna Fiore
Un emendamento approvato alla Camera dei Deputati rischia di mettere in ginocchio le cooperative tonniere della provincia di Salerno.
Direttive ICCAT, Regolamenti Comunitari e leggi nazionali hanno già modificato, negli anni, le modalità di esercizio della pesca del tonno, determinando la riduzione del 70% della flotta navale, prevedendo quote massime di cattura e una sempre maggiore restrizione del periodo di pesca, oggi ridotto ad un solo mese l’anno, con conseguenze drammatiche anche sul fronte occupazionale. In pochissimi anni, la flotta tonniera italiana è passata dalle 68 imbarcazioni, omologate e giuridicamente competenti ad esercitare la pesca della specie, alle sole 21 attuali di cui ben 15 ormeggiate tra Salerno e Cetara. La flotta salernitana detiene un primato di assoluta rilevanza in Italia ed è leader indiscussa del settore.
E tuttavia, nel corso degli anni, i pescatori salernitani sono stati costretti ad accentrare le quote detenute e ad assumere scelte anche dolorose come la demolizione di imbarcazioni che, seppur varate da poco, sono state escluse dalle sempre più stringenti restrizioni comunitarie Restrizioni che comunque hanno consentito al tonno rosso di ritornare a popolare i nostri mari; la Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico ha, infatti, di recente decretato l’incremento della specie consentendo, con una piccola inversione di trend, l’incremento proporzionale delle quote già distribuite.
In questo scenario si colloca l’emendamento presentato alla Camera dei Deputati dall’ On. Silvia Benedetti ed approvato dai parlamentari presenti senza obiezione alcuna. La deputata del Gruppo Misto ha, infatti, ritenuto – in deroga a quanto previsto dall’art. 19 del Testo Unico della Pesca e dalle stringenti normative comunitarie – che le quote tonno debbano essere ridiscusse perché detenute da poche tonnare. Una asserzione, la sua, che dimentica la storicità di un percorso imposto ai tonnieri italiani proprio dalle disposizioni comunitarie.
“Un attacco populista, increscioso e ingiustificato per le cooperative salernitane, fatte di pescatori che da generazioni praticano la pesca del tonno nel Mediterraneo con il sistema a circuizione, nel pieno rispetto dell’ambiente – dichiara Salvatore Scafuri, Presidente di Confcooperative Salerno. Imprese sane che, per mantenersi tali e per immettere sul mercato nazionale ed europeo il tonno rosso di qualità del Mediterraneo, sono costrette a continui ed importanti investimenti, possibili e giustificabili solo sulla base di una seria programmazione pluriennale. E invece – continua Scafuri – oggi si assiste all’ennesimo tentativo di espropriare la quota pescato con un emendamento che punisce proprio chi, osservando direttive, leggi e regolamenti, è stato costretto negli anni a concentrare la quota tonno su pochi motopescherecci, demolendo gli altri. Un emendamento – conclude il Presidente di Confcooperative – che mette a repentaglio la storia e la tradizione della pesca del tonno delle imprese italiane e che svilisce e scoraggia soprattutto le cooperative della provincia di Salerno che hanno fatto della loro attività un fiore all’occhiello dell’economia nazionale e la perfetta sintesi di tradizione e innovazione”.
Confcooperative Salerno si augura che quanto approvato alla Camera dei Deputati possa essere oggetto di una attenta e lucida revisione, che la politica ripristini il principio che la diversa ripartizione della quota tonno debba riguardare il solo incremento annuo del contingente di cattura, in linea con la normativa di settore e nel rispetto dei sacrifici imposti negli anni agli operatori del settore.