Aldo Bianchini
SALERNO – Un giorno di tanti anni fa un giovane e valente funzionario del Ministero della Giustizia (all’epoca Ministero di Grazia e Giustizia), A.D.F., viene casualmente introdotto a Villa Wanda ad Arezzo; gli presentano Licio Gelli, un personaggio del quale aveva soltanto sentito parlare nei continui cenacoli ministeriali, e non solo.
E’ in corso una sorta di meeting nei giardini della Villa, un incontro pubblico ed ufficiale incentrato sulle riforme, soprattutto quella giudiziaria, che già all’epoca venivano invocate da tutto il Paese.
Siamo negli anni ’80 ed in pieno terrorismo rosso e nero che insanguina il Paese; c’è già stata la strage della stazione di Bologna e nessuno, almeno in quel contesto temporale, osava ancora accostare il nome del “Maestro Venerabile” alla strage (che ancora oggi chiede vendetta) e soprattutto a quella famigerata “Loggia Massonica P/2” che segnerà per molti versi negativi e delinquenziali la storia d’Italia.
Il giovane funzionario, forse con poca esperienza ma già dotato di un’ampia e solida legalità, cerca in tutti i modi di avvicinare il Maestro che è preda ambita da parte di tutti i convenuti. Alla fine ci riesce, così come riesce a rivolgergli anche una semplice domanda: “Per lei cos’è il potere ?”.
Un attimo di silenzio, poi il maestro con grande fermezza ed autorevolezza si rivolge al giovanotto e dice: “Cos’è il potere ? Il potere è governare senza essere il governo”.
Una frase storica ed anche emblematicamente affascinante se non fosse stata pronunciata da uno dei personaggi italiani che la storia ha inchiodato alle sue enormi responsabilità
“Governare senza essere il governo” è questa la frase inquietante, quasi una sorta di diktat, che i veri personaggi di potere conoscono benissimo e che serve a chi lo gestisce per non farsi logorare; se è vero come è vero che “il potere logora chi non ce l’ha” (come diceva Andreotti).
E se è così, è anche gusto pensare e credere che i “sistemi di potere” sono, in definitiva, tutti uguali; tenendo conto che comunque li si vede i sistemi di potere sono connotati sempre da uno strato di ambigua perversione.
Il potere lucido – democratico – bipartisan io non l’ho ancora conosciuto perché non esiste; credo che la stessa sensazione l’abbia avvertita quel giovane e valente funzionario del ministero della giustizia che ora esercita con molto successo la professione di avvocato nel Foro di Nocera Inferiore e che nell’arco della sua vita ne ha viste davvero di tutti i colori.
Come quella volta che commentando la nota spesa arrivata ai giudici Falcone e Borsellino, per la loro permanenza nell’isola dell’Asinara al fine di scrivere la richiesta di rinvio a giudizio, il giovane funzionario disse che era una vergogna; gli rispose lapidario lo stesso Paolo Borsellino guardandolo negli occhi: “No non è una vergogna, e lo Stato che ci ha presentato il conto”.
Il giovane funzionario, A.D.F., capì e rimase in silenzio.
Anche se, quello che in tanti indicano come il partito dei PM rimase verosimilmente io sistema di potere per il potere più forte di tutto e di tutti; di fronte al quale anche Marta Cartabia (ministro della giustizia in carica) si è piegata, ma su questo non c’erano dubbi.
Assolutamente e tragicamente vero…