CARDIOCHIRURGIA: quando il whatsapp è utile per capirne di più !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO –  Nel  precedente articolo, dedicato alla drammatica situazione organizzativa (come modello lavorativo) ed alla degradata situazione di fatto sul piano professionale della nostra “cardiochirurgia” (inserita nell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona) ho scritto il mio pensiero anche al fine di inserirmi in un dibattito che viene rinfocolato da alcuni personaggi salernitani su dati storici errati rispetto alle evoluzioni che detto importante divisione ospedaliera ha avuto nel tempo.

La vicenda può essere riassunta in questi termini: “In tanti denunciano come drammatica l’immediato futuro della divisione qualora il primario della cardiochirurgia d’urgenza dr. prof. Severino Iesu (erede del grande Giuseppe Di Benedetto, fondatore ed a lungo capo supremo della divisione) dovesse decidere di lasciare la sua poltrona per una eventuale destinazione migliore e tutta ancora da verificare”. Drammatica perché la sua decisione di alzare le vele verso paradisi migliori sarebbe stata indotta da una questione politica, ma anche spocchiosa, inerente l’esistenza di una seconda cardiochirurgia (quella di elezione) affidata da qualche anno al dr. prof. Enrico Coscioni di nomina deluchiana; e questo avrebbe indignato oltre cento operatori sanitari (tra medici e infermieri) che hanno contestato la nomina sostenendo che deve esserci una sola cardiochirurgia e dimenticando che la seconda esiste perché creata dal mitico prof. Di Benedetto proprio per evitare che Severino Iesu (suo fidatissimo delfino) andasse via perché allora, come ora, stava cedendo al desiderio di andare via per meglio dimostrare la sua grande professionalità.

Mel precedente articolo, dicevo, pubblicato il 27 giugno scorso, rispondendo ad alcune lettere scritte in maniera pubblica da alcuni personaggi, ho affermato: “Quando un ex magistrato di vaglia, un giornalista professionista emerito e un ex sindaco prendono carta e penna, e scrivono lettere per cercare di arginare la deriva cui sta andando incontro il futuro della Torre del Cuore di Salerno, è un fatto che non deve passare sotto traccia alla stregua di un timido tentativo di esprimere un senso di riconoscenza per chi ha salvato tante vite, è un fatto che deve invece dare l’abbrivio ad un dibattito serio e sereno che deve, però, partire da dati inoppugnabili per non correre il rischio di essere additati come uomini di parte. E sicuramente Alfredo Greco (ex magistrato di vaglia per inchieste del calibro “Niki Niki” a livello internazionale con il coinvolgimento di Edoardo Agnelli, figlio dell’Avvocato), Antonio Manzo (giornalista emerito noto per alcune grandi inchieste nazionali … come la telefonata-rivelazione tra lui e il giudice presidente di Cassazione Antonio Esposito che annunciò la sentenza contro Berlusconi prima di averla scritta) e Aniello Salzano (già decente universitario e già sindaco di Salerno, ed oggi commissario cittadino dell’UdC) hanno scritto le rispettive lettere (i primi due l’hanno firmata insieme) con il massimo della trasparenza, dell’autonomia e dell’indipendenza; purtroppo le lettere, ad una attenta lettura, appaiono dotate di uno stesso comune denominatore: l’errata conoscenza della storia della cardiochirurgia di Salerno come onore e vanto della città, della provincia e dell’intero meridione”.

Ovviamente una discussione così importante non poteva non coinvolgere tanti altri personaggi, alcuni dei quali direttamente interessati perché già medici e dirigenti del Ruggi al contrario di Alfredo Greco, Antonio Manzo e Aniello Salzano che nella loro pur eccellente vita professionale non hanno mai fatto i medici e, soprattutto, i dirigenti dell’ Azienda Ospedaliera Universitaria (tranne un breve periodo in cui l’ex magistrato Greco è stato il responsabile del riordino delle procedure di prenotazione a causa del disastro causato da quegli ottocento dipendenti finiti sotto inchiesta).

Ed ecco allora che scatta un messaggio whatsapp di un ex dirigente medico dell’Azienda Ospedaliera che il 28 giugno il mio cellulare dà il segnale dell’arrivo di un messaggio:

“”Condivido  la sua lettura storica ma la realtà attuale è diversa e a mio parere le preoccupazioni non sono infondate, avendola vissuta. Speriamo bene

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