Aldo Bianchini
SALERNO – Salvatore Memoli, avvocato – politico – manager – dirigente pubblico – giornalista e scrittore, è un personaggio tra i più importanti che la lunga stagione politica tra gli anni 70 e 80, all’ombra dei grandi interpreti della cultura e della politica di quel tempo, ha allevato e lanciato all’attenzione del grande pubblico.
Ma Salvatore Memoli, oltre ad essere uno dei personaggi più preparati, è anche uno dei personaggi più scomodi della vita politica ed aggregativa della nostra città e della nostra provincia; le sue straordinarie capacità manageriali hanno a più riprese sconvolto l’artificioso assetto politico che governa questa città da un trentennio; ha avuto sostenitori ma, soprattutto, detrattori e questi ultimi si sono spesso annidati nel famoso “cerchio magico deluchiano”, nel quale e dal quale è entrato ed uscito più volte in seguito agli scontri durissimi consumati all’ombra del kaimano.
Sappiamo, però, tutti che Salvatore Memoli è un frequentatore assiduo della Tunisia, un Paese con cui ha intrecciato solide relazioni anche a livello governativo in entrambe le Ambasciate, un Paese in cui spesso risiede e vive per lunghi periodi; un Paese in cui le sue capacità manageriali e politiche sono state da sempre molto apprezzate.
In questa ottica, nel periodo 2009-2014 in cui Salvatore Memoli venne eletto quale consigliere provinciale con una sua lista civica, l’allora presidente on. Edmondo Cirielli gli affidò la delega per i rapporti con la Tunisia in quanto con quel Paese mediterraneo il nostro Paese e la nostra Provincia intrattengono rapporti politici-finanziari e commerciali di grande rilievo. E come sempre in quella impresa Salvatore Memoli si lanciò con tutte le sue capacità portando a Salerno l’Ambasciatore di Tunisia “Habib Achour” nel contesto di un memorabile convegno a Palazzo Sant’Agostino. Senza parlare della mozione di sfiducia che lo stesso Memoli depositò in Provincia per consentire la exit-strategy di Cirielli in favore di Antonio Iannone (era il giorno di San Matteo del 2012); e fu così che Cirielli divenne deputato e Iannone “Presidente della Provincia di Salerno”, l’ultimo con la vecchia legge sulle elezioni amministrative provinciali.
Ebbene in quel periodo il gruppo del rancoroso Partito Democratico in Provincia non trovò di meglio che creare e dedicare a Memoli il manifesto che venne affisso sulle pareti del palazzo ed in tante zone della città, manifesto che vedete nella foto d’archivio: “La Provincia del Nulla. Un ambasciatore in Africa. Il sig. Salvatore Memoli è stato nominato ambasciatore in Tunisia dal Presidente della Provincia grazie a questi validi requisiti: condannato in primo grado per bancarotta, da dieci anni impegnato e ben retribuito con diecimila euro nelle Società del Comune di Salerno. Eletto alla provincia nel centro-sinistra è passato con il centro destra. Capacità e lavoro zero. F.to Gruppo PD Provincia di Salerno”.
Oggi, grazie al lavoro incessante e professionale di quel minuscolo consigliere, inquisito e prezzolato, non solo la provincia di Salerno ma l’intera Regione Campania hanno trovato un’autostrada spianata per riallacciare e consolidare i rapporti, soprattutto di natura economica, che la Provincia del nulla e il suo ambasciatore avevano sapientemente progettato rispetto al “vero nulla” rappresentato dal quel famoso Gruppo PD che pubblicò quel vergognoso manifesto diffamatorio.
“Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” ebbe a dire un giorno il più grande dei personaggi della storia; a Salerno, invece, si contano sulle dita di una mano (forse !!) coloro i quali sarebbero disposti a riconoscere a Salvatore Memoli i tanti meriti che ha avuto, nonostante quel vergognoso manifesto della provincia che Salvatore non strappò, come avrebbe dovuto, ma preferì immortalarlo accanto a lui in previsione di un futuro inevitabile giudizio negativo nei confronti di quel Gruppo PD alla Provincia, capeggiato all’epoca da Giovanni Savastano, che rappresentò davvero il nulla.