Dr. Michele D’Alessio (gornalista-agronomo)
Qualche giorno fa, abbiamo parlato di Don Giuseppe Trotta, nato a Cannalonga in provincia di Salerno agli inizi del 1900. Un Sacerdote di grande umanità e di una cultura immensa, come ci confermano anche i numerosi commenti sotto l’articolo pubblicato la scorsa settimana. “…Si è impegnato molto affinché i giovani di Cannalonga e di tutta la valle di Novi potessero continuare gli studi almeno fino al conseguimento di un diploma di scuola superiore. La nostra generazione deve moltissimo a questo Sacerdote, persona umile, mite, generosa e di grande cultura…”. il Prof. don Giuseppe Trotta, o semplicemente Don Peppino, come amava farsi chiamare, era un sacerdote, un uomo dotato di tante virtù che si devono conoscere per farlo conoscere, per farlo rivivere in noi con l’esercizio delle virtù religiose e con la continuazione del suo provvidenziale apostolato in mezzo alla gioventù, come faceva il suo predecessore Don Bosco. Gli piaceva insegnare e scrivere, essendo anche laureato in Lettere, per cui, ci sono tanti suoi scritti, racconti, lettere, anche se, non sono stati mai pubblicati. Anzi un solo scritto o meglio romanzo è stato pubblicato dopo 35 anni dalla sua morte come ci racconta il suo amico e collega Prof. Gennaro Scelza
“…Una domenica di primavera del 1976, mi recai a Cannalonga, un comune alle falde del monte Gelbison, per partecipare, come ero solito fare, alla Santa Messa domenicale. Passai, per casa Trotta, per prelevare ed accompagnare Don Giuseppe in chiesa. Arrivato in casa, il reverendo era nello studio in compagnia di un mio collega, ora avvocato, Domenicantonio Filpo, e discutevano di problemi scolastici. Mi associati a loro e parlammo per una buona mezz’ora. Stavamo per uscire, per andare in chiesa, quando Don Giuseppe aprì un tiretto della sua scrivania e, alla presenza del collega, mi porse un quaderno con la copertina verdina, dicendo: – Ti affido questo quaderno che contiene il manoscritto di un mio romanzo. Prendilo, correggilo e pubblicalo. Io non posso farlo, perché la vista non me lo permette. Fai tu questo lavoro…”. Dopo vari rifiuti o proposte di pubblicazioni di vari Enti comunitari e locali inaccettabili, il romanzo del Prof. don Giuseppe Trotta fu pubblicato dalla casa editrice denominata Centro di Promozione Culturale per il Cilento che ha sede ad Acciaroli in provincia di Salerno, nel 2015, dopo parecchi anni dall’affidamento, grazie alla disponibilità del Sindaco di Cannalonga, Prof. Tangredi Toribio. Tale romanzo, successivamente, fu ceduto al Comune per gli adempimenti di alcuni desideri dell’autore. L’autore, desiderava, che I proventi delle vendite del libro, pagate le spese editoriali, fossero destinati ai poveri e bisognosi del paese. Il romanzo dal Titolo accattivante “ Nel Vortice della Danza” curato dallo stesso Prof. Scelza Gennaro. Un volume pregevole, lineare di facile lettura, per l’aspetto morale-religioso e per lo stile chiaro e pulito. Nel libro campeggia l’opera della Provvidenza, che è sempre presente negli avvenimenti. I personaggi sono tratteggiati con una fine eleganza, e su di loro e sulle loro azioni, vigila l’opera onnipotente di Dio che, nella sua grande bontà tutto può. Questi premia e salva l’onesto e il puro di cuore (Angela) e castiga i disonesti, gli scorretti, gl’intriganti e i profittatori ( Raimondo, Rene’, Mimma) dell’innocenza e dell’ingenuità.
Grande sacerdote, colto ed umanissimo, alla semplicità dell’essere parroco di un piccolo borgo, un grumo di persone univa la qualità dell’essere prete romano sentendone la bellezza e la responsabilità sulle orme del parroco letterato don Giuseppe De Luca. Ricordo come se fosse adesso quando recitava l’Ave in cinese….mi molto piacere che si parli di questo parroco.
Il sacerdote,Prof.don Giuseppe Trotta,nel suo romanzo “NEL VORTICE DELLA DANZA” mette tutta l’avvedutezza e la prudenza di uomo e di religioso a favore degli altri. Il romanzo tratta la storia di Angela,fanciulla onesta,timorata di Dio,appartenente ad una famiglia agiata.Viene, con l’aiuto della cugina Mimma,abbindolata da Raimondo,uno spericolato avventuriero,che allontana la ragazza dalla famiglia e la porta via. La giovane,dopo molte vicissitudini con Raimondo, che è implicato con René,durante la seconda guerra mondiale, in storie di contrabbando con la Spagna,si trova in una posizione disastrosa. Raimondo e René finiscono male. Angela,dopo aver tentato molti lavori infruttuosi,ripara dalla cugina Mimma, che era la compagna di René,dal quale aveva avuto una bimba. E’ molto delicato il capitolo Don Paolo con Mimma e con Carlo,fratello di Angela. Mimma muore di tisi.La figlia di Mimma finisce in un asilo caritatevole. Angela,dopo molto tempo,decide di tornare a casa ed incontra sul treno il fratello Carlo.Molto delicato è l’incontro di Angela con la famiglia. Dopo i festeggiamenti della figlia ritrovata,il padre e la madre accompagnano Angela in Convento.
Quel prete, che parla ai giovani come fossero figli suoi, li aiutava a diplomarsi e a laurearsi, a trovare lavoro, dava viveri e soldi ai poveri ….umile e cortese e sempre una parola di conforto e di fede per tutti….