Aldo Bianchini
SALERNO – La notizia da molti attesa è finalmente giunta nel pomeriggio di mercoledì 9 giugno 2021 direttamente dal palazzo di giustizia di Roma: “Mons. Nunzio Scarano, è stato assolto con formula piena dalla pesantissima accusa di corruzione”.
Pochi secondi, il tempo di riflettere, ed ho subito telefonato a Monsignore per esprimergli gioia e vicinanza; l’ho sentito molto commosso e la sua commozione mi ha decisamente coinvolto.
Nella mente del Monsignore sicuramente si saranno fatte largo le immagini cruente degli otto anni passati tra angosce, speranze e depressioni; tutte immagini che lo hanno riportato a quel maledetto 28 giugno 2013 quando in una livida mattina di caldo fu arrestato e tradotto a Regina Coeli per quell’accusa che oggi è stata letteralmente demolita, prima dalle precise indicazioni della Suprema Corte di Cassazione e poi recepite e sentenziate dalla Corte di Appello di Roma cui era stata rinviata.
“Il fatto non sussiste” questa la sintesi del dispositivo di sentenza che in pochi secondi ha spinto verso l’alto il morale del sacerdote salernitano che a mio sindacabilissimo giudizio, era rimasto vittima di una vera e propria “congiura dei curiali” …
Dopo aver letto alcuni giornali locali, che davano in maniera distorta la notizia dell’assoluzione, mi sono fatto largo tra le emozioni, che comunque mi hanno coinvolto, ed ho contattato l’avvocato Riziero Angeletti, notissimo vaticanista, che molto gentilmente mi ha risposto, anche se in maniera lapidaria:
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“ La IV sezione della Corte d’Appello di Roma restituisce dignità e giustizia a Mons. Nunzio Scarano, lo ha assolto perché il fatto non sussiste dall’infamante accusa di corruzione per aver tentato di rimpatriare venti milioni di euro provenienti da conti esteri attribuiti a facoltosi imprenditori con l’ausilio e la complicità di pubblici ufficiali appartenenti ai servizi segreti. Il fatto risale a circa dieci anni fa ed è costato al prelato carcere e privazione dei propri beni. Oggi la piena assoluzione apre nuovi scenari e per la prima volta dagli occhi del Monsignore scendono lacrime di gioia. Scarano non ha mai corrotto nè tentato di corrompere nessuno”.
Sempre modesto, umile, moderato nei toni mai trionfalistici, nessun gesto di esultanza o di rivincita, solo perdono e misericordia; è pienamente cosciente, però, che da quando ha assunto la difesa di Don Nunzio sulla spinta del Vaticano molte cose sono cambiate e che l’assoluzione romana sicuramente farà scattare un cambio di passo anche alla giustizia salernitana.
Davvero complimenti sinceri all’avv. Angeletti che ha incominciato a dipanare una intricata matassa, le cui perverse anse avevano addirittura fermato l’azione del precedente difensore, proprio lì a Roma dove ora Don Nunzio, dopo due condanne, è stato assolto con formula piena.
E pensare che quell’accusa, ora caduta perché non sussiste (cioè non esiste !!), aveva portato a quelle tristi immagini di Don Nunzio nel momento di entrare a Regina Coeli; immagini che avevano scosso anche Papa Francesco che troppo prematuramente nel corso della conferenza stampa sull’aereo che lo riportava dal Brasile ebbe parole dure verso il defenestrato “funzionario responsabile del settore analitico dell’APSA”. Parole che, però, rientrarono l’anno successivo alla lettura di una relazione tecnica <<ordinata dal Vaticano ed eseguita dalla Società di consulenza americana Promotory, la quale dopo aver approfondito le dichiarazioni rese dal monsignore all’autorità giudiziaria e riprese dai media sulle numerose attività sospette all’APSA, per poi confezionare e inviare proprio al Santo Padre già nel febbraio del 2014, un report confidenziale con le verifiche compiute su quelle denunce. Nel documento si accerta che tutto quanto raccontato da Scarano è DRAMMATICAMENTE VERO”>> che scagionava il sacerdote salernitano; relazione ampiamente illustrata nel libro di Gianluigi Nuzzi “Giudizio Universale – la battaglia finale di Papa Francesco per salvare la Chiesa dal fallimento” nel contesto di un capitolo interamente dedicato a Mons. Scarano che prefigura, a ben leggere, chissà quali congiure curiali in danno del prelato …
Ora la palla passa al tribunale di Salerno e più specificamente al collegio giudicante presieduto dal dr. Paolo Valiante che fino a questo momento ha condotto il processo con grande equilibrio rispettando tutte le parti in causa
Infine l’avvocato Riziero Angeletti, grande giurista e vaticanista d’eccezione – profondo conoscitore delle strategie difensive, non si sbilancia più di tanto ed alla domanda su come finirà il processo di Salerno, voluto pervicacemente da chi non ha mai conosciuto e non conosce l’uomo e il sacerdote Don Nunzio, parafrasando una massima di George Bernard Shaw e con grande umiltà risponde: “La giustizia è sempre giustizia, anche se è fatta sempre in ritardo e, alla fine, è fatta solo per sbaglio”.