Aldo Bianchini
PADULA – Per parlare di “prospettive turistiche nelle aree interne dopo la pandemia” è giusto chiamare ai tavolo dei relatori soltanto parlamentari e consiglieri regionali senza gli operatori turistici locali ?
La risposta è semplicissima, quasi da alunni delle elementari: NO.
Questo è accaduto, invece, a Padula nell’ampia “Sala Sanseverino” relativamente piena a causa delle rigide norme amticovid.
Venerdì 28 maggio scorso l’importante e necessaria iniziativa, promossa dal sindaco di Padula Paolo Imparato e dall’assessore alla cultura Filomena Chiappardo, aveva l’intento di sensibilizzare la comunità e gli addetti ai lavori sulle azioni messe in campo e sulle previsioni di ripresa della stagione turistica. La fretta organizzativa o meglio le probabili esigenze di natura elettorale (a Padula si vota in autunno) hanno, però, prodotto una evidente stortura: al tavolo mancava la parte più importante dell’asse legislatore-istituzioni-operatori-turisti; mancavano, cioè, gli operatori che dovrebbero prima metabolizzare le regole in prospettiva e poi elaborarle per applicarle sul territorio.
C’erano i consiglieri regionali Luca Cascone (trasporti), Corrado Matera (consigliere turismo), Felice Casucci (assessore regionale turismo), Tommaso Pellegrino (sopportato ?) e Franco Picarone (cassa); e ovviamente non poteva mancare l’on. Piero De Luca (vice capo gruppo alla Camera del Partito Democratico) che da par suo ha chiuso i lavori che in se sono stati davvero di grande interesse. La prenotazione obbligatoria per assistere è stata soltanto una marginalità giusta e doverosa per un evento che poteva essere di grande rilievo e che, come spesso accade nel Vallo, si è perso nei complicati meandri politici e pre-elettorali. Al tavolo dei relatori, oltre agli operatori turistici locali, mancava anche l’avv. Francesco Cavallone (neo presidente della Comunità Montana del Vallo di Diano) che proprio in virtù della sua carica poteva e doveva fornire il suo contributo; la Comunità Montana, è bene ricordare, ha avviato sotto la presidenza Accetta diversi progetti in favore delle aree interne, ma Cavallone, pur essendo presente con molta correttezza politica nella Sala Sanseverino, non ha potuto minimamente esporre i progetti in corso.
La situazione della notevole carenza organizzativa si era già materializzata, in verità, con la pubblicazione sui social del post comparso sulla pagina FB della Certosa di Padula per annunciare l’evento; peccato però, come dicevo, che gli organizzatori non abbiamo preso in considerazione la possibilità di invitare gli operatori turistici del Vallo di Diano, ovvero decine di imprenditori che lavorano nel mondo della ristorazione, dell’ospitalità e dell’accoglienza.
Gli stessi organizzatori, però, hanno avuto tutto il tempo di invitare gli operatori del vicino Cilento, sembra anche con telefonate personalizzate; operatori che poi sono risultati essere presenti all’importante incontro che poteva essere una grande opportunità anche per chi ha deciso di investire nel turismo del territorio valdianese e che è stato tenuto (volutamente ?) all’oscuro di tutto. Il Vallo di Diano è un territorio che già in condizioni normali è soggetto ad un turismo limitato, un territorio dalle grandi potenzialità e che ancora oggi non riesce ad entrare nei grandi network nazionali ed internazionali dei tour operator. A contribuire alla decrescita sono anche gli atteggiamenti di chi è in perenne campagna elettorale, alla continua ricerca di passerelle e visibilità con la complicità prezzolata e diffusa da chi, invece, avrebbe non solo la possibilità ma anche tutti gli strumenti necessari (a partire dalla stampa) per combattere il sistema.
Purtroppo tutto questo non fa altro che confermare una storia antica, ben nota e stranamente imbattibile.